“Siamo fuori dal tunnel”. É un Pier Carlo Padoan “fortemente ottimista” e pronto a rivedere in rialzo le stime sul Pil nella nota di aggiornamento del Def, quello che presenzia a Fiuggi alla festa di Left wing. Il ministro dell’Economia parla di “segni positivi strutturali” e assicura che con la crescita diventeremo meno fragili anche sul debito. In merito alla riduzione delle tasse spiega: “Vanno abbassate in modo sostenibile” usando le risorse disponibili “per aumentare gli incentivi alle imprese ad assumere i giovani”. “Non è irrealistico prevedere un salto di qualità dell’economia italiana. Gli anni prossimi saranno migliori degli anni passati, io sono fortemente ottimista”, spiega il ministro.

Se da un lato è vero che ci sono elementi di miglioramento nell’economia internazionale, dice, dall’altro “c’è una crescita in Italia più che proporzionale, che si deve spiegare con le misure adottate negli ultimi anni” dal governo. “Gli 80 euro hanno dato un sostegno importante ai consumi delle famiglie colpiti dalla crisi, hanno dato una svolta a fiducia e consumi. Poi sono arrivati esportazioni e investimenti”. Misure che per il ministro hanno permesso di superare quegli ostacoli che l’Italia aveva ben prima della crisi finanziaria. “Stiamo lasciando alle nostre spalle tante cose, non solo la crisi: anche la fragilità del sistema bancario e l’inerzia degli investimenti. Il lavoro non è finito, l’agenda delle misure da implementare e da approvare è ancora molto ampia. Ma secondo me la strada è quella”.

Dopo le buone notizie arrivate da Bankitalia, che venerdì ha alzato all’1,4% la sua previsione di crescita del Pil per il 2017, con un deciso ritocco al rialzo rispetto allo 0,9% della stima di gennaio, anche il Mef è pronto a rivedere le sue previsioni: “Tra alcune settimane pubblicheremo la nota di aggiornamento al Def, con nuove stime che rivedono al rialzo quelle precedenti”, annuncia Padoan. “I numeri” stimati sulla crescita del Pil “sono importanti”, sottolinea il ministro, “ma vorrei fare un’annotazione: sono il frutto di un’accelerazione degli investimenti”, ha aggiunto. “Con investimenti aumenta la domanda, ma anche i capannoni, le macchine e la crescita potenziale delle fabbriche in attività. Si pongono le basi per aumentare la robustezza dell’economia”.

“Il debito italiano – ha continuato Padoan – è tra i più alti del mondo, ma finora è stato gestito in modo molto efficace e se si cresce di più anche il debito sarà meno invadente e ci sarà meno fragilità”. La strada, insomma, per il ministro è tracciata. Prevede “consolidamento fiscale, delle riforme” e un taglio “sostenibile” alle tasse in modo che “una volta abbassate non si alzino più”. E porta, per Padoan, a un Italia che nel 2018 sarà “un Paese più solido, fiducioso e con una migliore occupazione anche giovanile”. Il tema del lavoro per i giovani torna più volte nelle considerazioni del titolare del Mef: “lo spazio fiscale non è ampio e quindi bisogna usare al meglio le risorse, che devono essere concentrate”, spiega, “per aumentare gli incentivi perché le imprese che hanno bisogno di lavoratori assumano i giovani”.

Padoan non si schiera infine nello scontro a distanza tra il segretario dem Matteo Renzi e le istituzioni sul tema dell’austerità. “Il Fiscal compact presenta problemi”, ma bisogna evitare “una battaglia ideologica nel senso negativo del termine”. La politica deve piuttosto chiedersi “come fare a recuperare la convinzione che l’Europa sia la soluzione” e dimostrare che “le soluzioni europee sono migliori di quelle nazionali”.

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