A 25 anni dalla bomba che uccise Paolo Borsellino insieme agli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, resta ancora senza volto chi, dietro Cosa nostra, volle e ordinò l’eliminazione del magistrato a soli 57 giorni dalla strage di Capaci. Ferite ancora aperte, che non potranno essere sanate fino a che non sarà data piena risposta a questi interrogativi irrisolti. In occasione dell’anniversario, l’Associazione culturale Falcone e Borsellino in collaborazione con la Rete Universitaria Mediterranea e ContrariaMente hanno organizzato nell’atrio della Facoltà di Giurisprudenza di Palermo la conferenza “In che Stato è la mafia?”. Intervengono in qualità di relatori Nino Di Matteo, sostituto procuratore nazionale antimafia, Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Gianfranco Donadio, magistrato e attuale componente della commissione Moro, Antonio Ingroia, avvocato ed ex pm di Palermo, Saverio Lodato, giornalista e scrittore, Salvatore Borsellino, fondatore del movimento Agende Rosse e fratello di Paolo Borsellino, e il direttore di Antimafia Duemila Giorgio Bongiovanni. La conferenza sarà moderata dallo scrittore e giornalista Maurizio Torrealta.

Articolo Precedente

Privateers, le nuove mafie sono come il terrorismo: colpiscono ovunque e con violenza

next
Articolo Successivo

‘Ndrangheta, Delrio testimone al processo Aemilia: ‘Andai dal prefetto con i cutresi, ma non contro le interdittive”

next