“Guidare un’auto con il volante tra vent’anni sarà come avere un cavallo“, “le auto a guida autonoma corrono però il rischio di attacchi informatici”, “l’intelligenza artificiale prenderà il sopravvento sull’uomo”. Parole e musica del visionario patron della Tesla Elon Musk. Per chi ancora non lo conoscesse, l’uomo che sta provando a rivoluzionare la mobilità per terra e pure quella per aria, anzi per il cosmo, visto che oltre alle auto elettriche la sua sfera d’azione si chiama anche SpaceX: la compagnia aerospaziale “privata” da lui stesso fondata.
L’occasione per le singolari esternazioni l’ha data un incontro dell’associazione nazionale dei governatori americani. Dai cui microfoni Musk ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla futura guida autonoma: la protezione dei veicoli dagli attacchi degli hacker. “Cosa accadrebbe se violassero il sistema di guida e facessero confluire tutte le auto qui a Rhode Island? Sarebbe la rovina per Tesla”. E non solo per lei, immaginiamo. L’esempio fatto in casa resta comunque valido e applicabile anche a una casistica più ampia, che va dal singolo controllo dei freni a quelli di acceleratore e volante, passando per connettività e infotainment. Di qui la necessità, ha aggiunto Musk, di una exit strategy. Ovvero di un comando che consenta di disattivare qualsiasi sistema automatizzato, restituendo al guidatore il pieno controllo sul mezzo. Una sorta di interruttore che spenga il “robot”, insomma, e impedisca a malintenzionati di forzare il sistema o, in ultima ipotesi, a lui stesso di vivere di vita propria.
Perché in fondo ciò che più inquieta l’imprenditore sudafricano, come lui stesso ammette, è la possibilità che le macchine prendano il sopravvento e si rivoltino contro l’uomo. Suona un pò strano, detto da chi sui cervelloni elettronici ci punta da sempre. Non possono, a questo punto, non tornare alla mente gli scenari apocalittici di pellicole come la saga di Terminator e affini, dove le macchine sono ostili al genere umano: “Le A.I (intelligenze artificiali, ndr) non solo minacceranno tutti i lavori svolti dagli esseri umani, ma potrebbero anche scatenare una guerra. È il rischio maggiore che corriamo come civiltà”.
Un rischio decisamente più concreto, se non altro perché attiene al presente, è invece quello di un crollo delle azioni Tesla, che nell’ultimo anno sono cresciute del 50%: “i nostri titoli sono scambiati a un prezzo più alto di quanto ci meritiamo”, sentenzia Musk. Il motivo è l’eccessivo ottimismo sul futuro dell’azienda, dovuto in parte anche ai 400 mila pre-ordini della Model 3, berlina sportiva elettrica più accessibile come prezzo (35 mila dollari negli Usa) rispetto al resto della gamma Tesla, e al recente avvio della sua produzione presso lo stabilimento di Fremont. “Queste attese qualche volta vanno fuori controllo”, ha concluso l’imprenditore. Chi ha buone orecchie, intenda.