E’ stato segnalato mentre si aggirava con un coltello intorno alla stazione centrale di Milano, poi all’arrivo della volante ha aggredito un poliziotto. L’agente, che era protetto dal giubbotto antiproiettile, ha riportato una ferita lievissima. L’aggressore si chiama Saidou Mamoud Diallo, ha 31 anni ed è originario della Guinea. L’uomo è stato prima immobilizzato e poi arrestato per tentato omicidio e resistenza. “Voglio morire per Allah“, ha gridato agli agenti quando lo hanno accompagnato in questura, ma per il momento non risulta che il gesto possa essere riconducibile ad azioni terroristiche. Sono in corso accertamenti per capire i motivi dell’aggressione e per capire se abbia assunto sostanze stupefacenti.
L’uomo aveva un ordine di espulsione emesso dal questore di Sondrio lo scorso 4 luglio e precedenti per lesioni, minacce, e resistenza a pubblico ufficiale. Dopo la convalida sarà disposto un altro provvedimento di espulsione d’urgenza con accompagnamento a destinazione. In stazione Centrale un episodio analogo ai danni di due militari e un poliziotto si era verificato nel maggio scorso. Come ricostruito dall’agenzia Ansa, il pomeriggio di Diallo è iniziato poco dopo le 12:30. Il personale delle navette che fanno la spola con gli aeroporti milanesi lo ha notato aggirarsi dal lato di piazza Luigi di Savoia, in un’area transennata. Indossava un bermuda beige, una polo bianca a righe rosse e blu, aveva un sacco a pelo giallo e uno zainetto, lo stesso da cui ha poi estratto l’arma dopo aver inveito contro gli autisti dei bus. Di fronte a quel gesto i dipendenti si sono barricati all’interno del mezzo e hanno chiamato la polizia mentre il 31enne ha tentato di forzare la portiera. Quando si è accorto che erano al telefono ha rinunciato, ma poco dopo sono arrivate tre volanti con sei agenti a bordo che hanno tentato di farlo ragionare. Diallo ha risposto puntando il coltello contro di loro ed è stato rapidamente atterrato per essere immobilizzato. Ma l’uomo è comunque riuscito a sferrare una coltellata alla spalla del poliziotto. Ha tentato di colpire una seconda volta prima di essere bloccato definitivamente. Il giubbotto in kevlar ha evitato danni all’agente che è stato comunque accompagnato all’ospedale Fatebenefratelli in codice verde.
L’episodio ha subito provocato numerose reazioni a livello politico. Il presidente della Regione Lombardia del Carroccio Roberto Maroni ha invocato “espulsioni di massa”: “Ora il Governo deve darsi una mossa: espulsioni di massa di tutti i clandestini”, ha scritto su Facebook. L’ex candidato del centrodestra in Comune Stefano Parisi ha invece attaccato direttamente il Pd: “Ma come si può pensare di gestire l’immigrazione di massa con il Pd? Questa è la domanda politica. Il fatto di cronaca – l’ennesimo, allarmante e gravissimo – pone un serio problema politico. Il Pd, minoranza compresa, non è in grado di analizzare la realtà perché la confonde con l’ideologia”. Il primo cittadino Beppe Sala, eletto con il centrosinistra, ha ribadito invece che i controlli sono l’unica soluzione: “Non abbiamo soluzioni se non il controllo quotidiano e le forze dell’ordine stanno facendo la loro parte, anche rischiando ma ci sono. Dobbiamo andare avanti su questo punto di vista. È chiaro che è una responsabilità del Comune ma anche molto della questura. Ma il problema sta a monte perché questa persona, con un decreto di espulsione, era ancora in giro e gravitava su Milano. Il tema è complesso e ne parlerò con prefetto e questore, ma non ci sono altre soluzioni che quella di continuare a cercare di gestire un punto cruciale per Milano”.