Torna a salire la disoccupazione giovanile: i dati di maggio resi noti il 3 luglio dall’Istat parlano del 37,2% (l’1,8% in più rispetto ad aprile 2017, 141mila in più rispetto a maggio 2016). Sale la povertà assoluta e sale in particolare tra i giovani. I Neet (Not in education, employment or training) scendono al 19,9% stando allo studio di qualche giorno fa della Commissione Ue, ma l’Italia rimane il fanalino di coda rispetto alla media europea che invece viaggia su un 11,5%.
Spiega peraltro la Corte dei Conti europea al Sole 24 Ore che i Neet in Italia sono scesi più che altro per ragioni demografiche: i giovani – sostiene la Corte – tendono a continuare gli studi, ritardando così l’entrata nel mercato durante le fasi di ridotta crescita economica.
La generazione Y, la generazione dei millennials, è quella che più ha pagato il prezzo della crisi, vedendosi ridotte le possibilità di sbocco sul mondo del lavoro e la possibilità di mettere a frutto le conoscenze che si sono guadagnate nel periodo di istruzione universitaria. A proposito di competenze, si ripete ormai come un mantra che la generazione Erasmus sarebbe la generazione più istruita di sempre.
Questo stesso blog ha riferito delle dichiarazioni di Mario Draghi con cui si annunciava il rischio di una nuova lost generation. Eppure, i dati Istat raccontano che sono proprio i giovani tra i 18 e i 34 anni a risentire degli avvenimenti del 2008: i giovani sotto la soglia di povertà assoluta sono passati dal 3,1% del 2005 al 10% del 2017 , come mostra il grafico del Corriere della sera – anche se va detto che stando alle ultime previsioni, la crisi potrebbe essere alle nostre spalle “già” nel 2019, stando all’ultima nota della Banca d’Italia. Ma quale prospettiva per i giovani?
Una nota positiva sembrerebbe arrivare dai primi risultati delle politiche attive realizzate negli ultimi anni: stando al primo rapporto di monitoraggio del programma Garanzia giovani, divulgato dal Sole 24 Ore, su 319mila giovani che hanno usufruito di un intervento pubblico, 136mila risultano ad oggi occupati. O meglio, al 56% dei giovani che hanno portato a termine il programma è stato offerto un sbocco occupazionale: il 68% di questi sbocchi, però, è un tirocinio formativo.
A livello europeo, è da dicembre 2008 che il livello di disoccupazione non era così basso; e storicamente il livello di occupati non è mai stato così alto, con soli 10 milioni di posti di lavoro creati nel 2013. C’è quindi da stupirsi se, ancora dati di qualche giorno fa, il 73% dei giovani italiani tra i 25 e i 34 anni vede come unica soluzione il trasferimento all’estero?
Di fronte a questi dati non può che essere una notizia incoraggiante imbattersi in chi, nonostante tutto, ci prova e cerca da sé la propria strada per realizzarsi, cercando al tempo stesso di aiutare gli altri a trovarla: è il caso di Digital Yuppies. Un’iniziativa ideata da Giorgio Gioacchini (28 anni), sviluppata insieme a Tommaso Politano (24 anni) con lo scopo di mettere in collegamento esperti, professionisti, giovani lavoratori e giovani in cerca di lavoro nel mondo digitale; scambiare buone pratiche, trucchi del mestiere, condividere le proprie esperienze: insomma fare network.
Un’esperienza interamente rivolta a – e gestita da ragazzi sotto i 30 anni. Eccola, la generazione Y, quella più colpita dalla crisi. Il format è invitante: un’ora di conferenza in cui giovani esperti del settore illustrano la propria esperienza e sulla base di essa danno consigli. A seguire, un aperitivo in cui i partecipanti possono entrare direttamente in contatto tra loro e confrontarsi.
E in particolare colpisce, nel racconto dei protagonisti, il fatto che attraverso questa piattaforma si sia creata un’occasione di incontro tra domanda e offerta di lavoro, tra imprese e aziende, anche grandi aziende internazionali, e futuri lavoratori.
Gli iscritti, cioè, possono inviare i propri curricula, che poi Digital Yuppies gira, in base alle esigenze e alle preferenze, alle imprese che abbiano aderito al network e alle imprese che, pur non avendo aderito, anche in queste settimane continuano a rivolgersi al network per la ricerca di candidati meritevoli.
Insomma, potrebbe accadere, magari, che Warner Bros si interfacci con Digital Yuppies per la ricerca di un candidato; e potrebbe accadere che questo candidato, poi, riesca ad ottenere un posto presso Warner Bros. Potrebbe accadere, ed infatti è accaduto. E guardando i dati della Commissione Ue non è poi così male.