Padre Alex Zanotelli ha rivolto un appello a tutti i giornalisti affinché compiano ogni sforzo per “illuminare” l’Africa e i conflitti militari, etnici, sociali, religiosi che stanno insanguinando quella terra.
Molti di coloro che fuggono verso l’Europa, anche a rischio della vita, fuggono da epidemie di colera, da carestie, da massacri compiuti utilizzando le armi vendute da commercianti “bianchi e occidentali”. Queste stragi, salvo eccezioni che certo non mancano (basterebbe leggere articoli e blog pubblicati da Il Fatto Quotidiano), interessano poco o nulla. L’ultima dichiarazione di Renzi, Berlusconi, Grillo ha più rilievo della crisi in Sud Sudan, Yemen, Etiopia o Somalia, per non parlare di Centrafrica o Congo.
Zanotelli, con la forza e la credibilità di chi ha trascorso anni nel cuore della povertà e della disperazione, rivolge il suo appello alla Federazione nazionale della stampa, alle organizzazioni dei giornalisti, a ciascuno di noi, chiedendo che il silenzio sia rotto, i muri abbattuti, affinché quelle storie possano entrare nelle nostre case.
Il suo non è un appello “buonista”, ma un realistico richiamo alla necessità di comprendere per poter agire e impedire che una politica miope ed egoista costruisca le condizioni di una guerra mondiale che non avrà né vinti, né vincitori.
Chi oggi, per opportunismo e cinismo elettorale, nega lo Ius soli presto scoprirà che il “suolo” non basterà a contenere chi è stato privato delle risorse e del diritto alla vita. Chi davvero vuole “aiutarli a casa loro”, come dicono molti sepolcri imbiancati, dovrebbe prima comprendere come vivono a casa loro e perché preferiscono scappare.
Per queste ragioni ci sembra giusto riportare l’appello di Padre Zanotelli invitando a condividerlo sui social, a sottoscriverlo, a farlo girare, trasformandolo in azione “mediatica” quotidiana.