L'ultimogenita del giudice ucciso in via D’Amelio ha parlato durante un'audizione alla Commissione Antimafia: "Che si debba indagare sui depistaggi mi pare scontato. La sentenza dell’ultimo processo celebrato parla di induzione"
“Sono stati buttati via 25 anni, anni di pentiti costruiti con lusinghe o torture”. Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso in via D’Amelio, ha definito gli anni di indagine sulla strage al termine dell’audizione alla Commissione Antimafia. “Che si debba indagare sui depistaggi mi pare scontato – ha detto la donna che aveva 19 anni quando il padre e la sua scorta furono uccisi – La sentenza dell’ultimo processo celebrato – ha aggiunto – parla di induzione”.
A proposito dei nomi dei magistrati che indagarono, citati dalla Borsellino in una intervista, la figlia del magistrato ha proseguito: “Non parlo di responsabilità specifiche, ma nomino quei magistrati perché è giusto dire chi si è occupato dei processi in quegli anni. Non sta a me stabilire se ci fu dolo o inesperienza, ma su una strage non si mettono a indagare pm alle prime armi. In questi 25 anni dalla strage ci doveva essere una vigilanza maggiore sui processi e sulle indagini fatte. Si è detto in numerose occasioni dei rapporti di Tinebra con la massoneria – ha aggiunto Borsellino – non ci sono state smentite e ora mi preme ribadire questo argomento che va riletto insieme agli esiti dei processi sulla strage”.
La donna ha consegnato alla presidente Rosy Bindi una serie di documenti processuali e investigativi depositati nel corso nei vari dibattimenti celebrati sull’attentato in cui morì suo padre. Tra questi anche la lettera dell’allora pm Ilda Boccassini, applicata alla Procura di Caltanissetta, che esprimeva dubbi sull‘attendibilità di Vincenzo Scarantino, poi rivelatosi un falso pentito. Al termine dell’audizione Borsellino, che ha ricordato l’interesse investigativo del padre sulle commistioni mafia-appalti ha detto: “Mi aspetto ora che ognuno faccia la propria parte”. “Chiedemmo alla Procura di Caltanissetta perché fu ignorata la lettera della Boccassini, ma non abbiamo avuto risposta – ha replicato al termine dell’audizione la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi – Non è vero che non è stato fatto nulla. Il depistaggio è stato comunque scoperto e ci sono delle sentenze“.
“Facendo eco alle parole di mia sorella Fiammetta chiedo di fronte a questo altissimo contesto istituzionale che, a fronte delle anomalie emerse e riconducibili verosimilmente al comportamento di uomini delle istituzioni, si intraprendono iniziative necessarie per fare luce e chiarezza su quello che accade veramente nel corso delle indagini che precedettero i processi Borsellino 1 e Borsellino bis” ha detto al Csm Lucia Borsellino, l’altra figlia del magistrato che due giorni dopo la strage sostenne un esame all’università proprio per onorare la memoria del padre. Il Consiglio superiore della magistratura oggi ha desecretato gli atti del fascicolo personale di Paolo Borsellino.
“Abbiamo avuto un balordo della Guadagna come pentito fasullo e una Procura massonica guidata all’epoca da Gianni Tinebra che è morto, ma dove c’erano Annamaria Palma, Carmelo Petralia, Nino Di Matteo…” aveva detto l’ultimogenita del giudice in un’intervista al Corriere della Sera. “Venticinque anni di schifezze e menzogne – dice Fiammetta Borsellino – All’Antimafia consegnerò inconfutabili atti processuali dai quali si evincono le manovre per occultare la verità sulla trama di via D’Amelio”. “Nessuno si fa vivo con noi. Non ci frequenta più nessuno, magistrati o poliziotti. Si sono dileguati tutti. Le persone oggi a noi vicine le abbiamo incontrate dopo il ’92. Nessuno di quelli che si professavano amici ha ritenuto di darci spiegazioni anche dal punto di vista morale”.
“Fiammetta ha l’autorevolezza per dire queste cose, anche perché fino adesso non ha mai detto niente, per cui quello che dice è Vangelo. La ricerca della verità si fa sempre” ha poi commentato Rita Borsellino, sorella del magistrato. “Parlo spesso di coriandoli di verità perché questa ricerca è diventata un tema carnascialesco – ha aggiunto Rita Borsellino – Cosa mi aspetto? E che mi devo aspettare, che ci sia verità, abbiamo questa mania dei numeri, mi aspetto che il 26/mo anno, il prossimo, lo possiamo celebrare come l’anno della verità”.