La rivelazione del presidente di Eurasia Group, Ian Bremmer. Nella notte la conferma ufficiale, ma specificando che si è trattata di una "semplice chiacchierata a margine". Intanto una nota comunica la nomina di Jon Huntsman ambasciatore in Russia
Donald Trump ha avuto un secondo colloquio informale con il presidente russo Vladimir Putin a margine del G20 in Germania. La circostanza, mai resa nota finora, è stata rivelata da Ian Bremmer, il presidente dell’Eurosia Group, provocando un’immediata reazione da parte della stampa americana.
Nella notte la Casa Bianca ha diffuso un comunicato in cui si afferma che “non c’è stato nessun ‘secondo incontro‘ tra i due ma solo un breve colloquio al termine di una cena, l’insinuazione che la Casa Bianca abbia cercato di nascondere un secondo incontro è falsa, malevola ed assurda”. Il contatto è stato quindi confermato dallo staff di Trump, ma declassato a colloquio formale. “Tutti i leader” si sono intrattenuti tra di loro durante una cena e “il presidente Trump ha parlato con molti leader”. E “al termine della cena” ha parlato “brevemente” con Putin che era seduto accanto a Melania Trump. L’episodio si è svolto ad Amburgo nello stesso giorno in cui i due avevano tenuto il loro primo e attesissimo faccia a faccia durato oltre due ore. Un colloquio ufficiale seguito quindi da una seconda conversazione informale.
Secondo la ricostruzione fornita da Bremmer, però, Trump “a metà della cena” avrebbe lasciato il suo posto al tavolo per sedersi accanto a Putin ed i due leader hanno poi parlato da soli, con accanto solo l’interprete ufficiale del Cremlino. Insomma non si sarebbe trattato di un colloquio breve, ma la discussione sarebbe durata “circa un’ora”, ha spiegato ancora Bremmer affermando di aver parlato con due partecipanti alla cena che gli hanno raccontato come gli altri leader fossero “divertiti e stupiti” dall’animata conversazione tra i due leader sotto gli occhi di tutti. I giornalisti americani che seguivano i lavori del G20 hanno notato che le auto di Putin e Trump sono state tra le ultime a lasciare il luogo.
“C’era un evento serale di gala al G20. Verso la fine della cena il presidente ha parlato con Putin”, ha invece spiegato il portavoce del Consiglio Nazionale per la Sicurezza Usa, Michael Anton, ad Abc News. Secondo una ricostruzione del Washington Post a circa metà della cena il presidente americano ha lasciato il suo posto per sedersi accanto a Putin. Trump era da solo mentre con Putin vi era il suo traduttore ufficiale. Nel comunicato la Casa Bianca ha giustificato il fatto, spiegando che l’interprete americano alla cena era seduto accanto alla moglie del premier giapponese Shinzo Abe, e parlava giapponese e non russo. Anche fonti europee hanno minimizzato le rivelazioni affermando che non è insolito per i leader “ritirarsi in un angolo” per un colloquio a due durante questo tipo di cene ufficiali.
Il portavoce Michael Anton non ha menzionato la durata della conversazione, ma molti media americani, tra cui il New York Times e la Cnn, citando un funzionario senior della Casa Bianca, hanno detto che il colloquio è andato avanti per quasi un’ora. In una serie di tweet, Trump ha bollato le notizie sul secondo incontro con Putin come “malate”. “La falsa notizia della cena segreta con Putin è malata. Tutti i leader del G20 e i coniugi sono stati invitati dalla cancelliera della Germania. La stampa lo sapeva!”, ha scritto il presidente Usa. Che dopo aver incassato la sconfitta sulla riforma sanitaria, viene nuovamente trascinato dalle polemiche per la sua eccessiva disponibilità nei confronti di Putin. Critiche che arrivano mentre sullo sfondo continuano ad allungarsi le ombre del Russiagate.
Intanto la Casa Bianca ha annunciato la nomina di Jon Huntsman, ex governatore dello Utah ed ex ambasciatore americano in Cina durante la presidenza Obama, quale prossimo ambasciatore degli Stati Uniti in Russa. Viene così formalizzata la scelta per una delle sedi diplomatiche più importanti e delicate. È stato nell’amministrazione a vario titolo sotto cinque diversi presidenti ed è stato candidato per la nomination presidenziale repubblicana nel 2012. Presiede tra l’altro l’Atlantic Council – uno dei maggiori think tank di Washington specializzato in politica estera- e la Huntsman Cancer Foundation.