Per le vacanze estive niente roaming in Europa. Questa estate ci sarà il primo test per l’eliminazione del sovrapprezzo per le telefonate dall’estero imposta da Bruxelles. Per sfruttare al meglio l’occasione, bisogna però aver ben chiare le regole del gioco. Solo così infatti si eviterà di pagare a caro prezzo ciò che si pensa sia gratuito. Innanzitutto è essenziale sapere che “roaming zero” non significa che non pagheremo più in assoluto le telefonate in Europa. Ma solo che se si va all’estero, per un periodo non superiore a quattro mesi, non si pagheranno sovraprezzi in 28 Paesi dell’Unione. Niente più roaming quindi in Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. E anche nel Regno Unito, nonostante la Brexit.

E’ fondamentale fare attenzione però alle zone d’ombra. La Svizzera, pur essendo geograficamente in Europa, ma non nell’Unione, non fa parte dei Paesi a roaming zero. Ne sono esclusi per gli stessi motivi anche Albania e San Marino, dove tutto continuerà a funzionare come prima. Converrà poi verificare l’operatore con cui si chiama nelle zone di confine dove può accadere che il telefonino agganci una rete straniera di un Paese che non fa parte dell’Unione. Inoltre, è bene sapere che le telefonate internazionali restano a pagamento secondo la tariffa del proprio contratto. Se, insomma, si vuol chiamare il proprio figlio in vacanza in Spagna, la telefonata dall’Italia verrà addebitata fino al confine a chi chiama e per il resto a chi riceve. Se invece sarà lui a telefonare, allora la chiamata finirà nel contratto abituale incluso nel traffico voce nazionale. Infine, se si ha un traffico voce limitato, bisognerà far attenzione a non superare il tetto all’estero che non è detto includa anche opzioni e bonus attivi in patria. Oltrepassata la soglia massima prevista dal contratto, sia i minuti che gli sms si pagheranno a parte: per il traffico voce, Bruxelles ha stabilito un costo massimo di 3,2 centesimi al minuto (oltre all’Iva), mentre per gli sms si arriverà fino a un centesimo (oltre all’Iva).

Più complessa la situazione sul fronte dati. Bruxelles ha consentito agli operatori di introdurre un tetto al consumo di dati all’estero. Accade così che il forfait illimitato in patria si trasformi fuori dai confini nazionali in traffico limitato secondo una regola ben precisa. Superata la soglia fissata dall’operatore, si pagherà un sovrapprezzo. Per sapere quanta connessione gratuita abbiamo a disposizione nei Paesi Ue, bisognerà moltiplicare per due la somma netta pagata per il forfait dati illimitati e dividerla per 7,7 euro, pari al prezzo massimo pagato dall’operatore per 1 Giga di dati alla società di telefonia del Paese “ospite”. Ipotizzando quindi di avere un forfait da 20 euro per dati illimitati in Italia, allora si avrà diritto a 5,1 GB di dati. Oltre questa soglia scatterà il sovrapprezzo con il risultato che anche un singolo messaggio via Whatsapp costerà caro (circa 7,7 euro a GB più Iva). La soluzione migliore? Impostare il limite massimo al traffico dati all’estero o, estrema ratio, eliminare la connessione dati dal telefonino e affidarsi solo alle reti wifi gratuite.

Non tutti gli operatori potrebbero inoltre offrire il roaming a costo zero. Per venire incontro alle compagnie telefoniche più piccole, l’Unione ha previsto una deroga di un anno. Secondo la società di consulenza Strand Consult sarebbero almeno 36 i piccoli operatori, soprattutto virtuali, che avrebbero richiesto a Bruxelles lo slittamento del termine per applicare il roaming zero. Con il risultato che per i loro clienti il roaming zero resterà per il momento un miraggio. Se quindi si possiede una sim di un operatore virtuale come CoopVoce, Carrefour Uno Mobile, Fastweb, Poste Mobile o Tiscali Mobile, sarà meglio verificare la situazione prima di allungare il conto delle telefonate fatte dall’estero.

Poche le armi in mano all’utente in caso di irregolarità. La legge prevede che sia l’Agcom a vigilare sull’operato delle compagnie telefoniche. Il consumatore potrà solo fare una segnalazione denunciando eventuali violazioni della nuova regolamentazione zero roaming con un apposito modello predisposto dall’Agcom. Ferma restando la possibilità di rescindere il contratto senza penali nel caso in cui l’operatore cambi le carte in tavola. Il rischio, come evidenzia uno studio della Strand Consult di metà giugno, è dietro l’angolo visto che gli operatori dovranno recuperare parte del fatturato perso con il roaming zero. Per la società di consulenza, l’operazione rischia di trasformarsi in un “gioco d’azzardo per i 500 milioni di europei” con “un vantaggio solo per i ricchi che viaggiano all’estero di frequente”. Per Strand Consult, se non c’è adeguata vigilanza, a pagare il conto dell’azzeramento del roaming sarà “la povera madre di tre figli a pagare di più le tariffe telefoniche nel proprio Stato”. Attenzione quindi ai nuovi piani tariffari che potrebbero riservare amare sorprese azzerando il beneficio dell’operazione voluta da Bruxelles.

Non a caso le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra. Promettono di tenere gli occhi aperti per vigilare sul comportamento degli operatori che per via del roaming zero perderanno fra il 5 e il 6% del loro fatturato per un totale di circa 7 miliardi l’anno (stime Deloitte). Il timore delle associazioni, come Aduc, Federconsumatori, Codacons e Adusbef, è infatti che i gruppi di telefonia possano in qualche modo rifarsi sui pacchetti nazionali per compensare la flessione del giro d’affari generata dall’avvento del roaming zero. “E’ quasi scontato che finisca così”, commenta amaramente Elio Lannutti, presidente onorario dell’Adusbef, l’associazione in difesa dei risparmiatori nei servizi bancari e finanziari. Concorda anche Emanuela Bertucci, legale dell’Aduc specializzato in telecomunicazioni, che evidenzia come sia “altamente probabile che gli operatori cerchino meccanismi di compensazione per compensare la perdita di fatturato”. Occhio quindi ad eventuali comunicazioni unilaterali da parte degli operatori, pratica già da tempo nel mirino dell’autorità di controllo, Agcom.

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