Per il presidente dell’Inps Tito Boeri, in Italia “servono più migranti regolari, versano 8 miliardi di contributi a Inps e ne ricevono soltanto 3 in pensioni”. Ma a preoccupare l’istituto di previdenza è anche un altro dato, che riguarda i pensionati italiani che decidono di andarsene all’estero: nell’80% dei casi l’anzianità maturata in Italia si ferma a 10 anni, ma basta per poter intascare assegni assistenziali come la quattordicesima. Maggiorazione che all’estero, dopo l’ampliamento scattato a giugno, si è diffusa “in modo molto considerevole” con un’impennata del 131%. Boeri parla di uno “iato tra entità, durata, dei contributi e la possibilità di accedere a delle prestazioni, che vanno molto al di là dei contributi versati“. Questo il quadro al 2017, ma già nel 2016 le pensioni pagate in altri Paesi, in tutto 160, sono state 373mila, per un valore poco superiore a un miliardo di euro.
Una somma non da poco, che per l’Italia si traduce in una perdita secca. “Le prestazioni assistenziali” pagate all’estero “vanno a ridurre gli oneri di spesa sociale di altri Paesi, è quindi come se il nostro Paese operasse un trasferimento verso altri” senza “avere un ritorno in consumi“, spiega Boeri. Per altro spesso si tratta di nazioni che hanno un sistema di coperture e tutele, visto che la gran parte dei pensionati usciti si trova in Europa (tra le mete più gettonate ci sono Portogallo, Spagna o Bulgaria).
Altre fette di pensionati ‘espatriati’ si riscontrano in Usa, Canada, Australia e Sud America. Per il numero uno dell’Inps è “un’anomalia”, accentuata dal fatto che la spesa per quattordicesime è più che raddoppiata (da 15,4 a 35,6 milioni per 46mila beneficiari). E l’Italia subisce anche perché non ci sarebbe un flusso inverso, di stranieri che si ritirano nella Penisola.
La questione quindi si pone e “dobbiamo fare in modo che le pensioni siano consumate in Italia“, dice il responsabile per l’economia del Pd, Tommaso Nannicini. Tuttavia, riconosce l’ex sottosegretario, “ognuno le consuma dove vuole”. Per il leader di Scelta Civica, Enrico Zanetti, una soluzione era stata offerta ma lasciata cadere per mancanza di “coraggio”, visto che non è passato “il nostro emendamento” alla manovrina per introdurre “un regime fiscale attrattivo per i pensionati esteri del ceto medio-alto del Nord Europa”. E promette: “Ci riproveremo nella prossima legge di bilancio”.
Non solo, c’è anche da recuperare un buco di 270 milioni di euro, che corrisponde a tutte le prestazioni indebite erogate all’estero (oltre 100 mila pratiche). A proposito di ‘rosso’, Boeri sottolinea il valore del via libera al piano di dismissioni immobiliari dell’Inps, che nel ‘mattone’ può vantare circa 2,5 miliardi. Un patrimonio diventato quasi un fardello per l’Istituto, che lo deve gestire, e che invece può essere manna per il debito pubblico italiano. L’ok alle vendite è arrivato ieri dal Consiglio di vigilanza (il Civ). Ma la mossa non cambia la posizione di Boeri che, sentito alla Camera sulla riforma della governance, evidenzia come spesso l’organo dove siedono anche i sindacati abbia creato situazione di “stallo”.