Dopo il ministro per gli Affari regionali Enrico Costa, si è dimesso il sottosegretario al Lavoro. Che vuole tornare nel partito azzurro, convoca una conferenza stampa con il coordinatore regionale forzista, incassa la soddisfazione del capogruppo berlusconiano al Senato, ma viene stoppato dall'ex Cavaliere in persona
Due giorni fa il ministro degli Affari regionali Enrico Costa, ora il sottosegretario Massimo Cassano. Continua a perdere pezzi il Governo Gentiloni, vittima indiretta del ritorno nell’ovile di Forza Italia da parte di esponenti appartenenti ad Alternativa Popolare. Addio Alfano, insomma, per riabbracciare Silvio Berlusconi. Forse. Perché l’ex Cavaliere anche oggi ha ribadito quanto detto nei giorni scorsi: “Forza Italia non accoglierà nessuno di coloro che hanno lasciato FI e hanno tradito gli elettori e addirittura sostenuto il Governo della sinistra. Poi se torneranno nel centrodestra con loro movimenti, questo ci consentirà di vincere le elezioni“. Il messaggio è chiaro, ma ci sono due fatti che ingarbugliano la situazione. Il primo: il sottosegretario al Lavoro dimissionario ha comunicato la sua decisione – “a far data da oggi” – con una nota, convocando per domani a Bari (sua città di origine) una conferenza stampa in cui spiegherà i motivi dell’addio all’esecutivo. Al suo fianco ci sarà il coordinatore regionale azzurro Luigi Vitali. A riaccogliere Cassano tra le file del partito, poi, è stato direttamente il presidente dei senatori berlusconiani Paolo Romani. Due circostanze che non si legano con quanto dichiarato dal leader azzurro e che pongono tutta una serie di dubbi sul ritorno alla base dei transfughi di Alternativa Popolare. Che, per dirla con Berlusconi, non appoggeranno più il governo ma al momento non hanno un partito di riferimento.
Eppure, per Cassano come per l’ex ministro Costa, la ricostruzione fornita dalle agenzie di stampa è che entrambi abbiano già dato per scontato il loro rientro diretto in Forza Italia, senza passare per l’ormai famosa “quarta gamba” ipotizzata da Berlusconi per accogliere i “transfughi”. Cassano, hanno inoltre ricordato alcuni parlamentari forzisti, durante il governo Vendola in Puglia fu “il consigliere regionale più votato, ovviamente con il centrodestra. Caduto nel vuoto, quindi, l’appello di Berlusconi, che aveva chiesto lo stop momentaneo della diaspora per non mettere in difficoltà il governo, già alle prese con una maggioranza a dir poco ballerina? Si vedrà.
Nel frattempo, però, il presidente dei senatori di Fi, Paolo Romani, ha diramato una nota piena di soddisfazione per il ritorno di Cassano. Testuale: “Non posso che accogliere con grande favore e sentito apprezzamento il ritorno di un politico, di un senatore, dell’esperienza e del valore di Massimo Cassano tra le fila di Forza Italia e del gruppo parlamentare che rappresento” ha detto in Romani. “La scelta del senatore Cassano di profondere il proprio impegno nuovamente per il movimento guidato dal presidente Berlusconi – ha aggiunto – è il segno che la serietà e la costanza di chi tutti i giorni è impegnato sul territorio, nell’amministrazione locale e in Parlamento per il partito, hanno consentito a FI di restare l’unico punto di riferimento di tutti coloro che si riconoscono nei valori di un centrodestra liberale e moderato. È quindi con grande piacere che do il benvenuto a Massimo Cassano anche a nome di tutti i senatori di Forza Italia”.
La mossa di Cassano, inoltre, ha acuito ancor più le difficoltà del premier Gentiloni nel mantenere intatto un mosaico di governo che continua a perdere tasselli. Dal Partito democratico, però, hanno tentato immediatamente di gettare acqua sul fuoco. “Non vedo rischi per il governo” ha detto Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, secondo cui “è evidente che da qui alla fine della legislatura abbiamo messo in conto che Mdp continuerà nella sua scelta di sostegno al governo a singhiozzo e che – ha aggiunto – c’è un rischio reale che Ap perda pezzi da una parte e dall’altra. Ma comunque vedo un governo in salute che fa le cose che servono”. Se quelle di Rosato siano o meno parole di circostanza lo si capirà presumibilmente nel futuro prossimo, ma di certo il premier non può dormire sonni tranquilli, specie perché l’appoggio di Mdp è tutto tranne che scontato.
Da parte sua, invece, Angelino Alfano non ha potuto far altro che correre ai ripari e cercare di tappare l’ennesima falla apertasi nel suo schieramento. Il presidente di Alternativa Popolare, infatti, ha nominato il consigliere regionale Giannicola De Leonardis coordinatore di Alternativa Popolare in Puglia. Nella nota, inoltre, è specificato che sia De Leonardis che l’altro consigliere regionale Luigi Morgante non seguiranno Massimo Cassano nella scelta di aderire a Forza Italia.