Il killer di Budrio sembra essere scomparso nel nulla. Dal 29 giugno anche lo Stato ha rallentato la caccia all'uomo, così il comitato Aamici di Davide Fabbri promettono 50mila euro a chi fornirà notizie utili per la cattura dell'uomo, oppure 25mila se dovesse essere trovato il suo cadavere
Per capire che fine abbia fatto Norbert Feher alias Igor Vlacavic, adesso c’è chi offre una ricompensa. Cinquantamila euro se catturato da vivo, la metà se viene segnalata la posizione del suo cadavere. La taglia sulla testa del killer di Budrio, scomparso nonostante la caccia all’uomo scattata nel Bolognese dopo i due omicidi, ha deciso di metterla il comitato Amici di Davide Fabbri, formalizzata in giornata da una lettera dell’avvocato di famiglia del barista ucciso a Riccardina la sera del 2 aprile.
La somma – definita un “ausilio alle indagini della polizia” – verrà riconosciuta “a chi per primo fornirà notizie precise atte a rintracciare in concreto e quindi ad assicurare alla giustizia il latitante”, scrive il comitato. I 50mila euro verranno pagati “ad avvenuto ed effettivo ritrovamento del predetto latitante, assicurato alla giustizia”. Nel caso in cui “avvenisse il ritrovamento del cadavere di Igor, sempre a favore di colui che fornisce per primo notizie in merito, verrà riconosciuta una ricompensa pari al 50% dell’importo predetto”, assicurano gli amici del barista abbattuto con una pistola presa a una guardia giurata.
Lì, tra boschi e acquitrini, sei giorni dopo, era toccato a Valerio Verri, una guardia volontaria, che lo aveva intercettato a un posto di blocco tra Marmorta e Molinella, in provincia di Bologna. Era stata quella l’ultima apparizione del killer serbo: da quel momento in poi la zona si era trasformata nella scenografia della più imponente caccia all’uomo degli ultimi anni.
Una caccia rallentata dal 29 giugno dopo che per quasi tre mesi lo Stato aveva inviato il meglio delle sue truppe per prendere quel pericoloso assassino capace di ammazzare a sangue freddo due persone in pochi giorni.
Tra i boschi senza sentieri erano arrivati ottocento uomini, compresi i reparti speciali dei cacciatori di Calabria e di Sardegna, investigatori con anni d’esperienza nella ricerca di boss mafiosi nei bunker della ‘ndrangheta sull’Aspromonte. Droni, visori termici a infrarossi,cani molecolari: in quel cerchio rosso dove era stato localizzato, gli investigatori hanno provato di tutto. Anche le qualità di Gandolf e Druido, due bloodhound, cani molecolari certificati dall’Fbi. Niente da fare, di ‘Igor il russo’ più nessuna traccia.