Grazie al social, le ansiose e ansiogene genitrici hanno trovato il modo per stare insieme, per condividere dubbi, paure, richieste a volte assurde e involontariamente comiche. I pidocchi, le abitudini alimentari, gli immancabili vaccini, fino a cose decisamente più frivole: tutto diventa materia di confronto social, di richieste di aiuto, di esagerazioni
Peggio di una mamma apprensiva c’è solo un gruppo di centinaia di mamme apprensive. E grazie a Facebook, le ansiose e ansiogene genitrici hanno trovato il modo per stare insieme, per condividere dubbi, paure, richieste a volte assurde e involontariamente comiche.
I pidocchi, le abitudini alimentari, gli immancabili vaccini, fino a cose decisamente più frivole: tutto diventa materia di confronto social, di richieste di aiuto, di esagerazioni. Senza dimenticare, ovviamente, le stucchevoli banalità da Bacio Perugina, con poesiole, frasi fatte, meme. Le mamme su Facebook sono un fenomeno agghiacciante, in bilico tra ilarità smodata e disturbo ossessivo-compulsivo con tendenza alla mania.
Un esempio? “C’è qualcuna di voi che, arrivata a quasi sei anni di allattamento anche se solo serale, ha avuto problemi con il ciclo (è la prima volta che salta e credo per stress da decreto vaccini) e conosce una omeopata ginecologa vegan nei dintorni di Roma? La mia dice che dovevo lasciare allattamento ma ha anche orientamento antivegetariano”.
In pratica è un capolavoro, visto che in poche righe riesce a inserire tutte le preoccupazioni più stringente delle mamme “estreme” che si danno così tanto da fare sui social per portare avanti le loro discusse battaglie. I vaccini, l’allattamento fino a sei anni, l’omeopatia, le abitudini alimentari vegane: il trionfo del mammismo militante, di quel fenomeno che in molti commentatori più “razionali” provoca ilarità e derisione, ma che a volte, portato all’estremo, diventa anche assai preoccupante: “Ho un po’ di latte tirato tempo fa che è scaduto – scrive una mamma in uno dei tanti gruppi facebook -. Oggi lo guardavo e mi piangeva il cuore a buttarlo. Posso utilizzarlo in qualche modo?”.
La diffidenza nei confronti della scienza medica, poi, sembra uno degli elementi più diffusi tra i gruppi di future o neomamme. Una di loro, qualche tempo fa, aveva addirittura messo in dubbio il sesso del nascituro rivelato dall’ecografia, asserendo che con “il gioco del cucchiaio”, il responso era stato sempre opposto: “Non so a chi credere”, chiosava. In effetti non è facile decidere se affidarsi alle evidenze scientifiche di un esame medico o al responso di un cucchiaio.
Per non parlare delle foto di “ghiaccioli al latte di mamma”, amorevolmente preparati per rinfrescare le serate estive dei pargoli, fino all’aspirante madre che ha chiesto consiglio su quale santo pregare per avere più probabilità di restare incinta.