“Siamo pronti a un tavolo di unità nazionale sul tema dell’immigrazione”. Silvio Berlusconi, in un’intervista a Tiscalinews, ha detto di essere pronto al dialogo con l’esecutivo del dem Paolo Gentiloni sull’immigrazione e, tra le altre cose, che si confronterà con Matteo Renzi sulla legge elettorale perché “sarebbe assurdo andare a votare con quella in vigore”. Se non si può parlare di un nuovo patto del Nazareno, di sicuro è un ammiccamento a distanza al leader Pd e una presa di distanza da alcune posizioni del probabile alleato a destra (la Lega Nord innanzitutto). Tanto che il segretario Pd, gli ha risposto poco dopo a distanza, dichiarando di essere pronto a “fare la riforma con Grillo e Berlusconi”.
Da dopo le amministrative, l’ex Cavaliere ha aumentato le sue uscite pubbliche tra interviste e interventi dando il via ai preparativi di campagna elettorale. La disponibilità ad una collaborazione con il governo mette ancora una volta in evidenza la distanza del leader azzurro rispetto all’altro pezzo di centrodestra (e in particolare al leader del Carroccio Matteo Salvini) che sicuramente chiede interventi più incisivi. Berlusconi ha infatti dichiarato che Forza Italia è pronta a dare il proprio contributo. “Abbiamo messo a disposizione del governo, come è giusto fare di fronte a una simile tragedia, la nostra esperienza e la nostra competenza. Ci sono stati degli incontri e delle manifestazioni di disponibilità, ma mi pare che non si sia andati oltre”. Ma non solo: Berlusconi ha anche detto che l’ispirazione per il centrodestra deve essere il Partito popolare europeo, scelta di campo che di sicuro non condivide con la Lega Nord.
Sui suoi rapporti con il segretario Pd, l’ex Cavaliere ha detto che “erano funzionali a un obbiettivo preciso: scrivere delle regole nuove, concordate, per rendere più efficiente e più trasparente il funzionamento della democrazia. Su queste nuove regole Renzi ha via via cambiato gli accordi prima dell’episodio clamoroso dell’elezione del Capo dello Stato“. Ma questo, comunque non preclude un dialogo: “Per il futuro, ovviamente, dovremo confrontarci in sede parlamentare a parlare della legge elettorale”. Sarà questo uno dei temi chiave dei prossimi mesi. “Sarebbe certamente assurdo andare a votare con la legge in vigore”, ha continuato, “con due sistemi elettorali contraddittori fra Camera e Senato. Avevamo raggiunto un accordo su una legge, ispirata al modello proporzionale tedesco, che garantiva alle forze politiche un numero di parlamentari uguale alla percentuale dei voti ottenuti, evitando altresì sistemi forieri di corruzione come le preferenze”. Berlusconi lancia così chiari messaggi a Renzi e al Pd dopo che nelle scorse settimane un primo tentativo di mediazione è fallito. “Sarebbe incredibile”, ha detto, “che le forze politiche responsabili non ripartissero da lì. Cos’è cambiato da allora? Perché un incidente parlamentare assolutamente rimediabile su una questione marginale dovrebbe mettere in discussione una buona legge che tutti avevano approvato e votato in commissione? Qualcuno deve spiegare agli italiani la ragione di tutto questo. Vorrei ricordare che noi siamo sempre stati coerenti. E’ chiaro che fra le tante ragioni che hanno portato al discredito della politica vi è anche questa abitudine dei partiti a cambiare continuamente idea e a non portare mai a termine nulla”.
Berlusconi punta ad una ricomposizione dell’area moderata con Forza Italia a fare da perno. Uno schema che ha portato nelle scorse settimane i suoi fedelissimi a muoversi per intercettare all’interno della vasta area centrista tutti gli esponenti ormai in sofferenza. Ad essere preso di mira naturalmente il partito di Angelino Alfano che dopo l’addio di Enrico Costa ha perso anche Massimo Cassano, potente senatore pugliese che proprio in mattinata ha ufficializzato il rientro in Forza Italia. Un ritorno quello nelle file azzurre che viene concesso, come scrive l’agenzia Ansa, solo a chi ha determinati requisiti e in particolare il radicamento sul territorio. A tutti gli altri nostalgici viene invece chiesto di lavorare ad un nuovo soggetto politico che in futuro ed in base anche alla legge elettorale, potrà aggregarsi a Fi: “Se nascerà, come mi pare ci siano le condizioni perché accada, un nuovo soggetto di centro in Parlamento, alleato con noi, credo che questo sia un fatto positivo, se non altro perché riporta alle Camere, in questa ultima fase della legislatura, un po’ di coerenza con le scelte degli elettori nel 2013”. Insomma il progetto che il leader di Fi ha in mente vede la nascita di un centro moderato che faccia da capofila di un rinnovato centrodestra che in Europa ha il suo approdo nel Partito popolare europeo. Una ‘scelta di campo’ su cui l’ex capo del governo non è disposto a trattare e che lo allontana sempre di più da Matteo Salvini.