Cultura

Fiamma Viva, cento anni dopo Wells ci pone ancora delle domande

Vi ricordate Giobbe, il più paziente e rassegnato figlio di Dio? Per una sfida tra Satana e il Signore la sua fede veniva messa alla prova da tantissime aspre prove che, superate una dopo l’altra, ne confermavano la fiducia nel disegno divino.

Alla fine della Prima guerra mondiale Herbert George Wells, uno dei padri della fantascienza, riapriva quel dibattito tra Bene e Male per elaborare un’avvincente allegoria della società umana, appena uscita dagli orrori del conflitto e bisognosa di una riflessione che la spingesse verso un futuro migliore. L’autore de La Macchina del Tempo e de La Guerra dei Mondi torna in questi giorni in libreria con Fiamma Viva, pubblicato da Edizioni della Sera nella collana de I Grandi Inediti.

Fiamma viva

Prezzo: 13.29€

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Si tratta di un ardente romanzo dialogato nel quale si vengono a sviscerare i differenti approcci alle massime questioni, dal fato alla fiducia in Dio, dal sentirsi parte di un freddo disegno al calice ambiguo del progresso. Sono passati cento anni, ma non possiamo ancora fare a meno di porci simili dilemmi. Profughi, conflitti, terrorismo e malattie fanno ancora parte del nostro quotidiano, e anche se il libro non offre soluzioni superiori, perché la qualità di ogni punto di vista all’interno dell’opera è condivisibile, resta infine il giudizio dell’autore a indicarci una speranza, nella strada verso una responsabile conoscenza.

Il libro è infatti dedicato a tutti gli insegnanti perché è a loro, secondo il protagonista, che spetta il compito di formare un’umanità che non rinunci ai sentimenti mentre applica nozioni di chimica, fisica ed economia.

Il professor Job Huss, preside di Woldingstanton, dopo una vita spesa a rinfocolare la fiamma di un’istruzione non asservita alle logiche del mercato, vede il fato voltargli le spalle, spogliandolo di ogni conforto, compresa la salute. In attesa di essere operato, viene raggiunto dai tre sostenitori del suo istituto, decisi a informarlo personalmente della scelta di rimuoverlo dalla presidenza.

Deluso oltre ogni limite, Huss si infervora e inizia un lungo dibattito che toccherà molte corde dell’anima di ognuno di noi, al quale prenderanno parte altri personaggi, necessari ad aumentare il raggio dei punti di vista e le profondità sondabili da essi.

La riflessione prende ovviamente spunto da ciò che la guerra ha sottratto all’umanità. Tra macerie, epidemie e fame, spicca la morte di tanti giovani, che ha inaridito le università europee. Woldingstanton deve essere quindi percepito non solo come un baluardo del passato, ma anche come segno di una continuità ancora accesa e viva che illumini la costruzione di relazioni umane basate su idee comuni, attraverso cui gli uomini possano scongiurare in futuro il ripetersi di nuove tragedie.

Una visione condivisibile, che però i tre finanziatori contestano domandando lo scopo di un simile sforzo se poi, raggiunto l’equilibrio tra gatto e uccello, venisse a mancare l’impulso al progresso. La scienza asservita a scopi bellici appare infatti necessaria a spingere la conoscenza a superarne i confini. L’amara metafora del sottomarino è uno dei momenti più toccanti. La sua minacciosa presenza incute terrore negli equipaggi nemici, ma esso è a sua volta manovrato da uomini che hanno scrupoli, e sentimenti, e che vivono nella paura di essere visti e annientati senza speranze di sopravvivenza, annegati, o soffocati come topi in un tubo allagato.

La riflessione animata dalla speranza, e qui mossa dal tocco dell’autore, scaglia il suo disco verso l’infinito quando gli uomini, impotenti di fronte all’ineluttabile fine del mondo causata da cataclismi terrestri o solari, decidono di puntare all’infinito. Sarà solo l’istruzione a spingerci a seguire la via indicata da Dio, intesa come un’appropriazione dello spazio cosmico, della cui armonizzazione noi saremo l’unica occasione. Il tutto nella speranza di poter vivere sotto governi e istituzioni favorevoli, per permettere a chi naturalmente inclinato al vizio non tanto di cambiare, ma di non trovare ripari, nascondigli o giustificazioni.

Fiamma Viva, la cui visione positivista influenza l’epilogo rendendolo una lettura a lieto fine, è certamente un libro che stimola al dibattito, e che potrebbe entusiasmare i gruppi di lettura, per la difficoltà di allontanarsi dai cinici eppur fondati rilievi dei personaggi secondari, che finanziano la cultura e la sua diffusione attraverso il vile commercio, o il sangue versato in guerra, al netto del libero arbitrio. Buona lettura!