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Le Focaccine dell’Esselunga, perché per farsi ascoltare bisogna fare “canzoni” così orrende?

Siamo di fronte a una parodia della trap. La canzone è così stupida e priva di significato da "funzionare" proprio per questo. E' infatti diventata virale ed è finita al primo posto della classifica di Spotify

di Marco Mazzetti

Uno pensa di aver ascoltato di tutto, ma è proprio vero che non c’è mai limite al peggio. Stiamo parlando del nuovo tormentone estivo “Le Focaccine dell’Esselunga” di OEL. In realtà non si sa bene se si tratta di un cantante o di un gruppo, visto che non è stata ancora rivelata l’identità dell’autore. Per fortuna verrebbe da dire.

Ma andiamo con ordine: per chi non l’avesse ancora ascoltata “Le Focaccine dell’Esselunga” è la canzone del momento. Il brano è stato al primo posto della Top 50 Viral di Spotify. Da due giorni è uscito anche il video ufficiale su YouTube finito subito in tendenza. Tutti impazziscono per questo pezzo, purtroppo. E verrebbe anche da chiedersi perché.

Inutile negarlo: a OEL piace giocare e provocare. Siamo di fronte a una parodia della trap. Addirittura c’è chi ha definito questo pezzo “rap-trash”. Gli ingredienti per una canzone trap ci sono tutti: autotune, suoni lenti e distorti e ritornelli orecchiabili e cantabili.

Come si evince dal titolo il pezzo esalta la bontà delle focaccine dell’Esselunga, con tanto di video girato all’interno del supermercato. Chissà cosa direbbe Bernardo Caprotti. La canzone è così stupida e priva di significato da “funzionare” proprio per questo. E’ infatti diventata virale ed è finita al primo posto della classifica di Spotify. Con la stagione estiva sembra quasi che per emergere e farsi ascoltare uno debba fare una canzone orrenda. Più fai schifo più vieni notato più ti fai pubblicità. Un meccanismo contorto che fa male in primis alle nostre orecchie e soprattutto alla musica in generale.

Attenzione però a non farsi trarre in inganno. Il “progetto” OEL merita di essere analizzato e studiato. È ovvio che tutto è stato pensato nei minimi dettagli. Difficile ipotizzare la vera identità dell’artista; alcuni rumors rivelano che dietro al cantante ci sia il figlio di Claudio Cecchetto, Leo. OEL sarebbe infatti l’anagramma del suo nome.

Non rivelare la propria identità è una mossa che funziona, che crea scompiglio e attira curiosità. Basta vedere il recente caso di Liberato per farsi un’idea. “Le Focaccine dell’Esselunga” è il primo pezzo di OEL. Speriamo anche l’ultimo. Certo, a volte servono anche pezzi leggeri. Mai prendersi troppo sul serio, però c’è un limite a tutto. In ogni caso di questo “artista” temo che ne sentiremo parlare ancora per un po’, nonostante il suo pezzo sia inascoltabile. Chiariamo: è ovvio che si tratta di una parodia, e l’artista appunta gioca su questo concetto. Una bella trashata che ha riscosso successo e visualizzazioni che finirà presto nel dimenticatoio. Per ovvie ragioni.

Siamo di fronte però a una persona che sa pianificare e fa della parodia la sua migliore arma. Ecco, forse sarebbe meglio se sfogasse la sua arte in altri settori. Siamo stanchi di essere sommersi da spazzatura musicale.

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