“Roberto Fico e Luigi Di Maio candidati premier nelle elezioni interne del M5S? Fico incarna il M5S ortodosso e talebano. Di Maio è invece l’uomo conciliante, è quello che va di più in tv, per certi versi è il pontiere. E anche per questo, non è gradito a tutti“. Così il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, si pronuncia sui due nomi papabili del M5S nella candidatura a presidente del Consiglio. Ospite di Coffee Break (La7), in un confronto con la senatrice pentastellata Beatrice Lezzi, Scanzi spiega: “Quando il M5S entrò in Parlamento e ci fu il secondo giro di consultazioni, ci fu una parte del movimento che voleva proporre dei nomi e che voleva dialogare con Enrico Letta. Roberto Fico fu colui che indirizzò la barra verso il “talebanismo”. Di Maio è una figura diversa. Negli ultimi mesi ha condensato attorno a sé una discreta antipatia, anche da parte di figure di spicco del M5S. Questo non vuol dire che, qualora vincesse come candidato premier nelle elezioni interne del M5S, non ci sarebbe compattezza attorno a lui. E secondo me sarà lui a vincere. Tuttavia” – continua – “faccio un po’ di fatica a immaginare un M5S che improvvisamente corre sereno e compatto verso la conquista del governo. Ci proveranno, ma temo che succederà quello che è accaduto a Roma, soprattutto all’inizio, perché un eventuale governo M5S sarebbe un banco di prova enorme, per tutti, ma credo ancora di più per i 5 Stelle”. Il giornalista commenta l’ultima ospitata televisiva del vicepresidente della Camera a Bersaglio Mobile (La7): “L’ho visto bene, il che non era scontato, perché nelle sue ultime uscite mi è sembrato un po’ ammaccato dalla vicenda romana e da alcune gaffe, come quella su Luca Boneschi, avvocato di Giorgiana Masi. A Bersaglio Mobile l’ho visto più centrato, più serio, molto più convincente di Renzi, che era stato ospite la settimana prima, e che invece ho trovato veramente stanco, arrogante, supponente, forse perché non è ancora ripreso dalla batosta del 4 dicembre“. E aggiunge: “Di Maio e il M5S mi sembrano più convincenti, quando toccano i temi legati alla questione morale, come gli sprechi dei soldi pubblici, la legge anti-corruzione, la diversità tra la novità effettiva del M5S e quelli che c’erano prima. Mi convincono un po’ meno sulla questione europea. Di Maio qualche settimana in un intervento disse che il M5S non avrebbe fatto il referendum consultivo sull’euro. Ma tre giorni fa Alessandro Di Battista, sul Fatto Quotidiano, in una intervista rilasciata a Luca De Carolis, ha affermato che non c’è nessuna retromarcia su quello stesso referendum. Su questi argomenti credo che il M5S debba essere più chiaro con se stesso, ma soprattutto con gli elettori“
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