“Libertà di scelta contro la deriva autorità del governo che usa la scienza come pretesto”. Dopo le manifestazioni di Pesaro e Roma il popolo dei Free-Vax torna in marcia. Da piazza Cairoli ai giardini Montanelli di Milano migliaia di persone – almeno 3mila – hanno camminato gridando slogan contro l’obbligatorietà imposta dal decreto governativo. “Vergogna” gridano chiedendo le dimissioni del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Moltissimi i bambini anche neonati in corteo con le famiglie.
Per molti il decreto è “soltanto un accordo di interesse nascosto dietro il paravento della salute pubblica” in barba all’articolo 32 della Costituzione”. La manifestazione è stata promossa da diverse associazioni, da Comilva a Condav (Coordinamento nazionale danneggiati da vaccino), fino a Genitori del no obbligo Lombardia. “Nessuno può appropriarsi della scienza se oltretutto ci guadagna – dice uno dei portavoce che ha preso la parola al termine del corteo -. In una vera comunità scientifica non si radiano i medici. Noi siamo contro la dittatura del pensiero unico“. In un volantino tutte le domande e una su tutte: “Perché imporre 12 vaccini (ma sono diventati 10 nell’ultima modifica, ndr) quando i bambini sono sani, quando non è vi è nessuna epidemia o rischio reale?”. Senza dimenticare i danneggiati dai vaccini che “non sono un incidente”.
Per gli esperti negli ultimi anni il calo della copertura vaccinale è pericoloso per tutti e sta facendo aumentare gli episodi di morbillo che nei casi di persone immunodepresse può portare anche alla morte come accaduto a un bimbo leucemico ricoverato all’ospedale di Monza. Con il decreto approvato due giorni fa al Senato, e che passa ora all’esame della Camera, è prevista l’obbligatorietà per 10 vaccinazioni: una misura decisa per fare fronte al calo delle coperture vaccinali registratosi negli ultimi anni in Italia. Per molte malattie, infatti, il nostro Paese si colloca sotto la soglia del 95% fissata dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) come livello minimo di immunizzazione della popolazione per poter garantire la sicurezza.