Sessant’anni compiuti il 6 aprile scorso, due viaggi spaziali alle spalle e nessuna voglia di smettere. Manca meno di una settimana al volo, il terzo, di Paolo Nespoli che il 28 luglio, alle 17,40 italiane, partirà alla volta della Stazione Spaziale Internazionale. Qui resterà per sei mesi impegnato nella missione Vita. Un serie di esperimenti di fisiologia, biologia e medicina “utili per affrontare la vita di tutti i giorni sulla Terra, con l’obiettivo di favorire le conoscenze necessarie per continuare l’esplorazione spaziale” ha spiegato l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) da Baikonur, in Kazakhstan. Qui si trova il cosmodromo, la base di lancio russa da dove partirà la missione.

“Non vedo l’ora di essere di nuovo un extraterrestre. È il modo migliore di concludere la mia carriera di astronauta”. Queste la parole che compaiono sul sito dell’Esa, con cui Nespoli ha salutato il suo prossimo viaggio spaziale. Una vita, quella di AstroPaolo segnata fin dall’inizio dalle stelle. Oltre ad essergli stato dedicato un asteroide, Paolo è nato a Milano lo stesso anno in cui lo Sputnik segnava l’inizio della corsa allo spazio. Il 1957. “Uomo d’azione con una mente da ingegnere” si legge ancora. Ma soprattutto tenace. Il numero tre, infatti, torna nella sua vita. AstroPaolo ha provato per tre volte ad entrare a far parte nel corpo astronauti: la sua perseveranza e la sua preparazione alla fine lo hanno ripagato, facendolo diventare astronauta dell’Esa nel 1998. Questo non prima di aver terminato gli studi in aeronautica ed astronautica all’Università di New York ed essere entrato a far parte del Centro Astronauti dell’Agenzia a Colonia, in Germania, dove ha contribuito alla realizzazione degli impegnativi programmi di formazione.

A portarlo oltre l’atmosfera il 28 luglio sarà la Soyuz: “Abbiamo attivato la plancia dei comandi, fatto un controllo completo del computer di bordo e della radio di bordo”, ha raccontato l’astronauta. “Abbiamo anche sistemato nella navetta gli oggetti personali, come la torcia e gli occhiali”.  Al via anche le operazioni di rifornimento di carburante e gas. Nelle prossime ore la squadra entrerà di nuovo nella Souyz per un ultimo test. Poi la navetta sarà agganciata al lanciatore e il 26 luglio lanciatore e navetta dovrebbero essere portate alla rampa di lancio. Con lui per le ultime prove sono entrati nella navetta russa i compagni di equipaggio della Expedition 52, il russo Sergey Ryazansky e l’americano Randy Bresnik, entrambi alla seconda missione.

Al loro arrivo incontreranno Fyodor Yurchikhin, Jack Fischer e una vecchia conoscenza di Paolo Nespoli, Peggy Whitson, l’astronauta americana con la quale aveva volato nel 2007 e che ha già collezionato tanti record in orbita. AstroPeggy è infatti la prima donna per due volte al comando della stazione orbitale e uno degli americani ad avere fatto il maggior numero di passeggiate spaziali. “Ognuno di noi – ha spiegato l’astronauta – è seguito da un medico e in questa fase è molto importante sia stabilizzare le nostre condizioni di salute e assicurarsi che non abbiamo malattie infettive: queste sarebbero un serio problema per i colleghi che sono già sulla Stazione Spaziale, considerando che la permanenza in orbita riduce le difese immunitarie“.


Paolo utilizzerà ogni centimetro dentro la capsula Soyuz MS-05 che lo porterà in orbita terrestre e poi sulla Stazione. Con i suoi 188 cm, Paolo infatti, è il più alto astronauta europeo ed uno dei più alti in assoluto. il record appartiene all’astronauta Nasa Jim Wetherbee con 193 cm. La Soyuz MS è la versione più aggiornata del famoso veicolo Soyuz 1. Attualmente questo modello rappresenta “l’unico modo in cui gli astronauti possono viaggiare verso l’avamposto” riporta l’Esa. Quando fu lanciata per la prima volta, nel 1967, Paolo aveva solo 10 anni.

L’ultima volta ad accompagnare Nespoli nello spazio come indicatore di gravità fu il Cappuccetto Rosso di sua figlia. Il 28, a segnalare l’assenza di peso nella Soyuz  dovrebbe essere un Transformer del figlio minore di AstroPaolo, Max, che forte dei suoi tre anni si è categoricamente rifiutato di prestare al papà uno dei giochi che lo appassionano di più.  “Non ha voluto saperne di darmi uno dei suoi Transformer”. Ma a rendere le cose ancora più difficile c’è il fatto che, secondo le regole, “l’indicatore di gravità dovrebbe essere un oggetto morbido”.  Nespoli però, ha dato alla “moglie il compito di comprare un Transformer nuovo, piccolino, spiegando a Max a che cosa servirà”.

Questo sarà il terzo viaggio nello spazio per Nespoli. La prima volta fu nel 2007, quando è stato membro a bordo dello Space shuttle Discovery per il volo STS-120, nella missione Esperia. Durante la missione si è occupato del coordinamento delle attività extraveicolari, ovvero le “passeggiate nello spazio“, relative all’assemblaggio del Node 2. Poi ancora nel 2010. È tornato sulla Stazione Spaziale Internazionale con la Sojuz TMA-20 per la missione MagISStra per 157 giorni. Spedizione da record: la prima di sei mesi mai affrontata da un italiano e in assoluto la prima intrapresa, contemporaneamente, da due italiani (con lui c’era il colonnello Roberto Vittori)sulla Stazione internazionale. Poi, nel 2015, l’annuncio della sua “terza volta”.

Acronimo di Vitalità, Innovazione, Tecnologia e Abilità, Vita è una missione dell’Agenzia Spaziale Italiana. “Nessuno degli esperimenti previsti in questa missione rivoluzionerà la Terra né la nostra vita. Tutti hanno la possibilità di farlo, ma non potremmo mai saperlo finché non le faremo. Ognuno – ha osservato astroPaolo – è un granello di sale che si aggiunge ad altri all’interno di un contenitore, e un pò alla volta il contenitore si riempie”. D’altro canto, in questi ultimi anni l’attenzione alla ricerca scientifica è diventata altissima sulla Stazione Spaziale e “i risultati piano piano si stanno accumulando”.

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