“I comuni lacustri, insieme all’Ente Parco e al Consorzio del Lago, nello stesso giorno del 23 maggio u.s., si sono incontrati presso il Campidoglio, su convocazione del Sindaco della Città Metropolitana di Roma Capitale, Virginia Raggi, con il nuovo Presidente e l’Ad di Acea SpA al fine di scongiurare l’aumento di captazione”. Questa frase è contenuta in un comunicato stampa congiunto, firmato dai sindaci dei tre comuni che affacciano sul Lago di Bracciano – Bracciano, Trevignano Romano e Anguillara Sabazia – fra cui anche la sindaca anguillarese del M5S, Sabrina Anselmo, la quale, dopo l’esplosione della crisi idrica nella Capitale, attraverso un’intervista a La Stampa ha attaccato frontalmente la sua collega capitolina affermando che “alle riunioni sul Lago di Bracciano non è mai venuta”.
La polemica è esplosa dopo che venerdì sera il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti ha firmato un decreto con il quale si vieta il prelievo di acqua dal bacino vulcanico a nord di Roma. Eppure, il comunicato datato 25 maggio (rintracciabile sul sito del Comune di Anguillara) sembra smentire le dichiarazioni di Anselmo, la cui posizione in questi giorni è finita sotto la lente dei probiviri del Movimento per via di una condanna per calunnia patteggiata nel 2008 e mai comunicata ai vertici pentastellati. Fonti vicine al consiglio d’amministrazione di Acea Spa assicurano a IlFattoQuotidiano.it che “in quell’occasione la sindaca è stata presente” e, in generale, “i vertici della società (rinnovati il 3 aprile dalla stessa Raggi, ndr) hanno le piene competenze tecniche per gestire questa situazione e relazionare al socio di maggioranza”; un incontro a cui ne sono seguiti altri, sia in sede regionale che capitolina, l’ultimo dei quali circa tre settimane fa.
“CAPTAZIONE GIA’ DIMINUITA” – A quella riunione del 23 maggio, inoltre, seguirono atti e dichiarazioni firmate proprio da Virginia Raggi. Il 22 giugno la sindaca capitolina firmò una discussa ordinanza “contro lo spreco idrico” nella quale si legge che il provvedimento “mira soprattutto a preservare il livello delle acque del Lago di Bracciano notevolmente abbassatosi”. Quasi contestualmente, è arrivata la decisione (mai del tutto applicata) di chiudere le fontanelle pubbliche – i cosiddetti “nasoni” – con tanto di post su Facebook dedicato all’allarme proveniente dai territori a nord di Roma (“possiamo intervenire affinché anche i nostri figli possano continuare a vedere il Lago di Bracciano bello come ora”, una delle frasi). Sono poi dell’11 luglio scorso le dichiarazioni, in sede di Commissione parlamentare Periferie, dove Raggi spiegava che “siamo riusciti a ridurre la captazione dal Lago di bracciano di 500 litri al secondo, se non sbaglio partivamo da 1600-1700 litri”. Dunque chi ha ragione? Dopo l’intervista a La Stampa – rilanciata sui social da moltissimi esponenti romani e laziali del Partito Democratico, fra cui l’ex sindaco e deputato Emiliano Minnucci – IlFattoQuotidiano.it ha provato a contattare la sindaca Anselmo, che tuttavia al momento “preferisce non rilasciare dichiarazioni”.
RAGGI CHIEDE INCONTRO A REGIONE E ACEA – Intanto, mentre il dibattito politico monta, resta da capire se i romani dal prossimo 28 luglio saranno costretti a stare senz’acqua potabile per 8 ore al giorno. In mattina Virginia Raggi, in un’intervista rilasciata al Messaggero Tv, ha annunciato: “Chiamerò oggi stesso la Regione e Acea per convocare quanto prima un tavolo in Campidoglio per superare qualunque tipo di visione politica o di strumentalizzazione”. Un incontro che si ipotizza possa svolgersi mercoledì, in attesa di capire se le piogge previste sul territorio provinciale per la giornata di martedì arriveranno e saranno tali da far rientrare l’emergenza. Nel frattempo, il governatore Zingaretti ha chiesto ad Acea di “formalizzare un piano alternativo” che possa scongiurare l’emergenza idrica nella Capitale.
LA DIFFIDENZA DI ZINGARETTI – Il sospetto del governatore è che Acea stia “esagerando” o che siano stati comunicati dati non corretti: “Se è vero – ha spiegato il presidente – che è stato prelevato solo un millimetro d’acqua al giorno dal lago di Bracciano, dire adesso che bisogna bloccare l’acqua a gran parte dei romani per otto ore al giorno è un’esagerazione” Il governatore ha ricordato anche che “la sospensione della captazione d’acqua da Bracciano non è stata una scelta ma un obbligo perché il livello è troppo basso e questo può generare una catastrofe ambientale. Inoltre esiste una convenzione che prevede un limite che è stato oltremodo superato”. Acea, in un comunicato ufficiale, ha spiegato che “la rete idrica della capitale serve una popolazione di circa 4 milioni di persone (la popolazione romana e’ di 2,9 milioni, ndr) e Acea capta dal lago di Bracciano circa l’8%, ovvero quanto basta per coprire il fabbisogno di circa 400mila persone”.