L'ex ministro delle Finanze, nel suo nuovo libro, racconta come dopo la vittoria del no al referendum sull'accordo con i creditori propose al premier di iniziare a far circolare nel Paese moneta elettronica alternativa. E il premier gli disse che presidente della Repubblica, governatore della Banca di Grecia e servizi erano "pronti ad affrontare un rischio dittatura"
Uscirà in Grecia a settembre ma sta già provocando un terremoto politico il nuovo libro di Yanis Varoufakis, Adults in the Room (Random House). L’ex ministro delle Finanze greco e un tempo sodale del premier Alexis Tsipras, dimessosi dopo la vittoria al referendum del luglio 2015, ricostruisce la cornice di quei giorni caldi dell’estate di due anni fa quando, a seguito della consultazione popolare che lasciò l’Ue con il fiato sospeso, si passò dal rischio Grexit alle sue dimissioni dall’esecutivo e al capital control che ancora zavorra la Grecia.
L’economista riporta dialoghi, analisi e dibattiti avvenuti nell’inner circle sirizeo, con protagonisti lo stesso Varoufakis, Tsipras e i ministri fedelissimi Nikos Pappas e Ioannis Dragasakis. Il primo ministro, si legge nelle anticipazioni diffuse in questi giorni, gli chiese di preparare un piano per l’uscita di un qualsiasi paese dalla zona euro. E Yanis gli rispose: “Lo farò, Alexis”. E racconta che la notte del referendum, dopo lo straordinario successo dei no, propose per l’ennesima volta al premier di iniziare a far circolare nel Paese moneta elettronica alternativa, ma Tsipras gli replicò: “Guarda, Yanis, le tue previsioni erano corrette. Ma se altri governi avessero concesso quello che ho dato io, la troika avrebbe chiuso l’affare. Invece io ho dato loro più di quanto mai dato da Samaras. E allora non vogliono un accordo, né con te né con me. E con il 62% non mi possono toccare. Ma possono distruggerti”.
Secondo la versione che Varoufakis riporta nel libro, Tsipras gli manifestò timori di un possibile colpo di stato in Grecia, per questo erano “in allerta il Presidente della Repubblica, il Governatore della Banca di Grecia Stournaras e i servizi, pronti ad affrontare un rischio dittatura”. Aggiungendo che avrebbe preso a calci il governatore Stournaras, reo di essere stato sin dal 2013 il nemico numero uno del leader di Syriza, mentre sul punto Pappas suggerì di adottare “anche soluzioni più drastiche”.
Makarios Lazaridis, il capo della comunicazione di Nea Dimokratia, il principale partito di opposizione, dopo la pubblicazione dell’estratto del volume ha chiesto l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per accertare i fatti citati da Varoufakis. Ad attaccare Tsipras anche i socialisti del Pasok, secondo cui “la giustizia dovrebbe intervenire e la maggioranza di governo dovrebbe rispondere direttamente sulle rivelazioni libro”, mentre i centristi di Potami sottolineano che questo governo “dimostra ogni giorno di non essere capace di tirare il paese fuori dalla crisi”. La replica del premier, che sta vedendo crollare la propria popolarità interna, giunge dalle colonne del Guardian. “Ho fatto molti errori – ha detto Tsipras – ma il piano B non aveva alcun valore”. E ancora: “Yanis tenta di scrivere la storia in un modo diverso. Il piano B era proprio debole e inefficace. La Grecia? È parte integrante dell’Europa. La nostra priorità adesso è quella di riconquistare la sovranità finanziaria”.
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