Il regime di carcere duro è stato rimosso dal ministro della giustizia, Andrea Orlando, che ha preso atto della decisione dei giudici. L'ex Nar è stato condannato a vent'anni di carcere, ma ha visto cadere l'accusa di associazione mafiosa. Per lo stesso motivo il ras delle cooperative chiederà di essere scarcerato a breve
Era già stato annunciato dopo che era caduta l’accusa di associazione mafiosa. Ora arriva la conferma del suo legale, l’avvocato Ippolita Naso: Massimo Carminati non è più al 41 bis. A soli quattro giorni dalla sentenza della X sezione penale del Tribunale di Roma il ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha revocato il regime di carcere duro per l’ex terrorista nero. Il guardasigilli ha preso atto della decisione dei giudici, che alla fine del processo nato dall’operazione Terra di mezzo hanno condannato Carminati a vent’anni di carcere, ma senza riconoscergliil reato di associazione mafiosa. L’accusa di 416 bis è caduta non solo per l’ex terrorista nero ma anche per tutti gli altri 45 imputati. A dare parere positivo alla revoca del 41 bis per Carminati anche la Direzione Nazionale Antimafia e a Direzione distrettuale antimafia di Roma.
Mentre era recluso in regime di carcere duro, Carminati era stato intercettato durante l’ora d’aria trascorsa in compagnia di Giulio Caporrimo, boss di Cosa nostra. “Quando avevo 16 anni andavo in giro armato di pistola, quando poi i miei amici sono tutti morti ammazzati, io mi sono specializzato in quello che loro (cioè i pm della procura di Roma, ndr) dicono e mi accusano, ma non hanno capito che gli piscio in testa se voglio”, è una delle confidenze che Er Cecato fa al boss mafioso.
E proprio nel giorno in cui per Carminati finisce la reclusione in regime di carcere duro, i legali del suo principale coimputato, e cioè Salvatore Buzzi, hanno confermato di essere pronti a chiedere la scarcerazione per il loro assistito. Entro qualche giorno l’avvocato Alessandro Diddi presenterà il suo ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere la concessione degli arresti domiciliari al ras delle cooperative. Al processo i giudici hanno condannato Buzzi a 19 anni di carcere. Il ricorso, però, sarà incentrato sulla caduta dell’accusa di associazione mafiosa: ad esaminarlo la sezione feriale del collegio competente sulla legittimità delle misure restrittive. D’altra parte uno dei primi effetti della sentenza su Mafia capitale è stata la successiva ordinanza con cui i giudici hanno disposto, come previsto dalla legge, 17 revoche di misure cautelari. È probabile che non siano le uniche.