L’emergenza idrica nel Lazio? Ho ascoltato con piacere la sindaca Raggi, perché le prime reazioni soprattutto dell’Acea, azienda di cui è proprietaria il Comune di Roma, sono state veramente incredibili. Reazioni esagerate di provocazione e di allarmismo“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “Ho scelto Cusano” (Radio Cusano Campus) dal segretario regionale del Pd Lazio, Fabio Melilli, ex presidente della Provincia di Rieti ed ex sindaco di Poggio Moiano. Il deputato dem premette: “Siamo arrivati a questa situazione in gran parte per la carenza dell’Acea, ma anche in generale del nostro Paese nel dedicare energie alla tutela delle nostre risorse e alla manutenzione. Le percentuali di spreco sono incredibili. Però dobbiamo distinguere le opinioni politiche dalla legalità. Il provvedimento sul lago di Bracciano è dovuto. Se il dirigente regionale non l’avesse emanato, avrebbe violato la legge. La legge dice che, sotto un certo livello, il lago non può essere più sfruttato“. E spiega: “Il lago di Bracciano fornisce acqua all’8% dei romani. Se si toglie quella, non si può rispondere: ‘Razionalizziamo l’acqua per 1,5 milioni di cittadini’. L’Acea è una società che fa utili importanti. Si sa che i sindaci di tutta la provincia di Roma, inclusa la Capitale, costruiscono un piano d’ambito che include investimenti, spese di personale, spese di gestione. E i romani pagano una tariffa in relazione a quel piano. Allora, quegli investimenti bisogna farli“. Poi rifila diverse stoccate all’Acea: “Non parlo esattamente di questa gestione, ma nella società hanno un po’ questo atteggiamento imperialista, perché pensano di non dover discutere con nessuno e che devono vincere sempre loro. Io credo che dovrebbe tornare a essere un’azienda del territorio che si confronta con le istituzioni locali. E quindi per loro forse è stata una sorpresa imbattersi in una Regione che fa rispettare la legge. La sindaca Raggi ha fatto benissimo a convocare una riunione con Acea, con il presidente Zingaretti e con le istituzioni coinvolte”. E rincara: “Siamo in un tempo in cui il faro a cui guardano i cittadini sempre con grandissima attenzione è la trasparenza. E sulla trasparenza si costruisce anche la credibilità della classe politica. Possiamo, allora, sognare un giorno che sul sito dell’Acea appaia uno schema in cui dice quanta acqua prende dal lago di Bracciano e quanta dall’acquedotto di Peschiera? Servirebbe trasparenza, perché l’acqua è un bene prezioso e non si dovrebbero dare numeri a seconda delle proprie convenienze. Le aziende di servizio pubblico” – continua – “devono essere trasparenti al pari dei Comuni che ne sono proprietari. E se davvero razionasse l’acqua, sarebbe gravissimo, anche per tutta la classe politica. Io comunque sono convinto che l’acqua a Roma non verrà razionata, perché le soluzioni ci sono“. Melilli sottolinea: “Non è l’Acea che decide: c’è un tema che riguarda la gestione e un tema che concerne la sovranità delle sorgenti. Il patrimonio delle sorgenti idriche del Lazio è pubblico e non è quotato in borsa, quelli dell’Acea sono invece concessionari. Per la verità” – chiosa – “hanno le concessioni senza gara da una ventina d’anni. E nessuno ha mai rifatto una gara in questi anni”

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