La pdl Richetti debutta a Montecitorio: a favore i dem, 5 stelle, Fdi e Lega Nord. Ma è polemica sulla paternità: i grillini, che hanno scelto di ritirare un testo simile per far convergere i voti su un unico testo, rivendicano la loro iniziativa. Il leader: "Stare ancora qui a parlare di questo privilegio è amorale"
Mancano poche ore e poi la proposta di legge per tagliare i vitalizi dei parlamentari arriverà alla Camera: voto finale previsto mercoledì 26 luglio e poi il passaggio al Senato per il via libera definitivo. La pdl Richetti, dal nome del deputato Pd, è quindi pronta per l’approvazione dopo mesi di scontri e polemiche e soprattutto dopo che i 5 stelle hanno ritirato la loro (a firma Roberta Lombardi) per convergere su un unico provvedimento. La battaglia politica resta, nonostante sulla carta i numeri dicano che la legge dovrebbe passare con ampio margine. I sì annunciati, sono infatti, quelli del Pd, dei 5 Stelle, della Lega Nord e di Fratelli d’Italia. Ma a tenere banco è soprattutto la sfida tra grillini e democratici, per chi metterà la ‘firma’ alla misura anticasta, che il partito di Renzi vorrebbe portare come trofeo da esibire nella prossima campagna elettorale, facendo uno sgambetto ai 5 stelle, proprio sul loro terreno. Per l’occasione sarà presente in Aula anche il leader Beppe Grillo, che ha annunciato via Twitter: “Sarò alla Camera per seguire i lavori dell’Aula sui vitalizi. Basta privilegi per gli onorevoli: una volta per tutte”. A Grillo ha replicato il deputato dem Emanuele Fiano, che ha ironizzato: “Assisteremo a Montecitorio a un grande inedito: Grillo sarà in tribuna per sostenere una legge del Pd”. Il leader M5s, che all’arrivo nella Capitale ha incontrato la sindaca Virginia Raggi e i consiglieri per un punto a un anno dall’elezione, ai cronisti ha parlato di questione “amorale”: “Stiamo ancora a parlare di vitalizi in un paese in queste condizioni di depressione, questo è amorale. Non è immorale: io sono immorale, questo è amorale, non avere il minimo senso di moralità per questo paese”.
La legge prevede l’addio ai vitalizi dei parlamentari, con l’arrivo anche per deputati e senatori del sistema previdenziale contributivo, vigente per i dipendenti pubblici. Un sistema interamente contributivo, che sarà applicato non solo ai parlamentari in carica, ma anche a quelli che – terminato il mandato – percepiscono gli assegni vitalizi. Per avere diritto alla pensione, il Parlamentare dovrà, inoltre, avere esercitato il mandato per almeno 5 anni, mentre la pensione si potrà ricevere a partire dal compimento dei 65 anni di età. Infine la legge prevede la costituzione, presso l’Inps di una apposita sezione per la gestione separata dei fondi destinati al trattamento previdenziale dei parlamentari, norma quest’ultima che – bocciata dalla Commissione Bilancio – potrebbe palesare un rischio di incostituzionalità. La commissione Bilancio ha reso parere favorevole al testo pur evidenziando il “rischio ricorsi”.
Dai 5 stelle ha ribattuto il deputato Danilo Toninelli. “Sarà una giornata campale: in Aula arriva la nostra proposta per abolire i vitalizi dei parlamentari. Siamo in riunione per prepararci al meglio, più agguerriti che mai, per scongiurare tutte le trappole che il Pd sta preparando per ammazzare la legge e tenersi il vitalizio”. “L’arrivo al voto del ddl sui vitalizi”, hanno aggiunto i grillini, “è merito del nostro fiato sul collo degli esponenti del Pd. Noi, se il testo dovesse passare alla Camera, siamo pronti a votarlo in pochi giorni anche al Senato, per farlo diventare legge al più presto”.