Ginevra, figlia del regista toscano, racconta al settimanale Chi in edicola mercoledì 26 luglio del suo rapporto con il padre: "Quando avvenne la disgrazia - continua ancora Ginevra - mia madre mi preparò. Mi disse che papà aveva battuto la testa e che era un po' cambiato. Ma quando lo rividi per me era sempre papà"
“Adesso che sono maggiorenne ho chiesto di essere l’unica tutrice di mio padre perché penso che nessuno meglio di me possa prendersi cura di lui”. Ginevra Nuti, figlia del regista toscano Francesco, racconta a Chi del suo rapporto con il padre, che da 11 anni vive privo della parola e non autonomo dopo una brutta caduta dalle scale di casa che lo lasciò a lungo in coma.
E’ commovente il racconto di Ginevra: “All’epoca io avevo solo 7 anni. Sono cresciuta con la mamma, tra Milano e Roma. Ora papà è stato ricoverato in un centro privato qui a Roma e io posso vederlo di più. Fosse venuto prima, tante cose non sarebbero successe e penso anche alla vicenda dei maltrattamenti da parte del badante. Piano piano sta migliorando, ma chiaramente non sono miglioramenti eclatanti: sono piccole cose che solo una persona dentro questa situazione può capire e apprezzare. Prima papà con la sinistra riusciva a scrivere e a disegnare. Ora non più. Ma ci siamo sempre parlati con gli occhi“.
“Quando avvenne la disgrazia – continua ancora Ginevra – mia madre mi preparò. Mi disse che papà aveva battuto la testa e che era un po’ cambiato. Ma quando lo rividi per me era sempre papà. Grazie a mia mamma il nostro rapporto non si è mai interrotto. Sono solo cambiati gli approcci, il modo di comunicare”.