Dopo anni di ritardi, mesi di polemiche e decine di proposte di legge, l’abolizione dei vitalizi è arrivata alla Camera. La discussione in Aula del testo è iniziata nel primo pomeriggio e nel giro di due giorni si dovrebbe avere la prima approvazione. Il testo, a prima firma del dem Matteo Richetti, ha sulla carta un ampio sostegno: oltre ai dem, anche M5s, Fdi e Lega Nord. Ma il cammino per ottenere la fine del privilegio è tutt’altro che semplice: due le questioni pregiudiziali presentate al provvedimento, una di Alternativa popolare e una di Forza Italia (entrambe respinte), mentre il Pd, che ha garantito voterà compatto, non ha nascosto malumori nell’assemblea che si è svolta intorno all’ora di pranzo. Inoltre restano le perplessità sui tempi: in autunno dovrà esserci il via libera del Senato, che però, vicino allo scadere della legislatura, sarà ingolfato da numerosi provvedimenti.
Intanto litigano un po’ tutti: da una parte il M5s rivendica la paternità del testo, dall’altra Richetti se ne fa unico portavoce mentre dietro, nel suo stesso partito, non mancano i mal di pancia. Come riportato da il Fatto Quotidiano, il relatore dem Maino Marchi ha detto in commissione che è “una macelleria sociale”. Parole riprese dal deputato di Forza Italia Renato Brunetta o dal collega Gianfranco Rotondi: “Lo spot di oggi sui vitalizi costerà voti solo a Renzi. Per Grillo è un successo. Per il centrodestra la materia è elettoralmente irrilevante. Per Renzi è la fine”. A loro hanno replicato i grillini: “Per noi è privilegio medievale”. Beppe Grillo e Davide Casaleggio sono a Roma per l’occasione e assisteranno al dibattito in Aula proprio per dare un segnale. “Fiano dice che assisto dalla tribuna alla approvazione di una legge del Pd? Va bene, si prendano pure la potestà di questa legge…” ha detto Grillo andando alla Camera. Approvazione anche in Senato? Il leader del M5s ha seri dubbi: “Lì sono anziani, cercheranno di bloccare tutto”. Per Grillo, inoltre, quella sui vitalizi è una battaglia “di buon senso”, “è una delle nostre battaglie. Ma ora vediamo. E così complicato questo Paese… secretano i dati, non si capisce se le pensioni sono reversibili o no. Ma io sarò lì, li guarderò dall’alto, dal loggione per vedere le facce che fanno, i trucchi, i trucchetti… Questo è un Paese bloccato”. Al netto di ogni presa di posizione, la verità è che Matteo Renzi vuole incassare il risultato per poi sbandierarlo in campagna elettorale e portando via il testimone al Movimento 5 stelle. Non mancano però quelli che gridano allo scandalo, dicendo che il provvedimento nasce già incostituzionale. Tra gli altri, spicca il presidente della Toscana di Mdp Enrico Rossi: “Non mi piace”, ha detto su La7, “penso che ci siano motivi di incostituzionalità”.
Cosa prevede la legge Richetti: dal calcolo contributivo anche per gli ex fino alla gestione separata
La legge prevede l’addio ai vitalizi dei parlamentari, con l’arrivo anche per deputati e senatori del sistema previdenziale contributivo, vigente per i dipendenti pubblici. Un sistema interamente contributivo, che sarà applicato non solo ai parlamentari in carica, ma anche a quelli che – terminato il mandato – percepiscono gli assegni vitalizi. Per avere diritto alla pensione, il Parlamentare dovrà, inoltre, avere esercitato il mandato per almeno 5 anni, mentre la pensione si potrà ricevere a partire dal compimento dei 65 anni di età. Infine la legge prevede la costituzione, presso l’Inps di una apposita sezione per la gestione separata dei fondi destinati al trattamento previdenziale dei parlamentari, norma quest’ultima che – bocciata dalla commissione Bilancio – potrebbe palesare un rischio di incostituzionalità. La commissione Bilancio ha reso parere favorevole al testo pur evidenziando il “rischio ricorsi”. Proprio a questo proposito Richetti ha presentato un emendamento al testo: stop al ruolo dell’Inps nella gestione degli assegni sui cosiddetti vitalizi dei parlamentari. Un emendamento del relatore al provvedimento, Matteo Richetti (Pd), che ora dovrà essere votato dall’Aula della Camera cancella infatti l’articolo 5 del testo che prevedeva l’istituzione presso l’Inps di un’apposita gestione separata delle risorse destinate al trattamento previdenziale dei parlamentari. L’erogazione degli assegni resta così in capo al Parlamento. Sul punto ha replicato lo stesso presidente Inps Tito Boeri: “La commissione Bilancio ha votato un documento in cui si fa riferimento ai costi amministrativi della gestione dei vitalizi presso l’Inps, senza averci sentito. Data l’esiguità del numero di trattamenti che dovrebbero far parte di questa gestione, l’Inps potrebbe assicurarne la gestione ad un prezzo anche simbolico, tipo un centesimo per vitalizio”. Istituire una gestione parlamentare all’Inps, fa presente l’Istituto, “faciliterebbe il cumulo di contributi con altre gestioni previdenziali”. D’altra parte si fa notare come ci siano diversi parlamentari che, oltre al vitalizio, percepiscono una pensione erogata dall’Inps, come avrebbe segnalato lo stesso Istituto alla commissione Affari costituzionali in una lettera in risposta a una richiesta di chiarimenti.
M5s: “Per il Pd è macelleria sociale, per noi privilegio medioevale”
I grillini hanno scelto di replicare con una nota alle parole del deputato dem Maino Marchi che, come riportato da il Fatto Quotidiano, è una “macelleria sociale”. Il M5s attacca: “Per il relatore del Pd e molti suoi colleghi dem, la revisione dei vitalizi è macelleria sociale e un atto persecutorio contro la casta. Per noi, invece, è un privilegio medievale che va abolito. E’ grazie a noi che la pdl Richetti è arrivata in Aula, perché i dem hanno prima fatto opposizione al loto testo di legge e poi melina non inviando i documenti alla Ragioneria Generale dello Stato. Ora siamo curuiosi di vedere se approveranno il testo in sia alla Camera che al Senato, o se si sfileranno e si inventeranno l’ennesima scusa”. Il deputato Roberto Fico ha aggiunto: “Speriamo di portare a casa una battaglia che da cinque anni stiamo portando all’interno delle aule del Parlamento. Sarebbe una grande giornata. E’ triste che si parli ancora di vitalizi nel nostro Paese ma questa è la classe politica. Oggi cerchiamo di chiudere una brutta pagina della nostra storia”.
Richetti: “Ben vengano i voti del M5s, ma la battaglia sui vitalizi è del Pd”
Il nuovo responsabile della comunicazione del Pd e deputato Matteo Richetti ha iniziato da giorni la sua campagna per rivendicare paternità e iniziativa del Pd sulla materia. Richetti, intervistato dal Gr Rai, ha respinto l’accusa di “inseguire” il M5s: “In questi giorni”, ha detto, “sto notando una santa alleanza, piuttosto curiosa. Chi non vuole rinunciare ai privilegi si sta alleando proprio con i populisti, ovvero i grillini, che non vedono l’ora di veder fallire questa legge per poi accusarci, in campagna elettorale, di non aver cambiato nulla. Ma io a questo gioco non ci sto. Il Pd combatte una battaglia che ritiene giusta. Se altri vogliono unirsi sono i benvenuti”. Richetti ha anche replicato a chi lo accusa di voler portare avanti una legge incostituzionale: “Questa proposta fa sul serio, mentre altre, come quella dei grillini Di Maio e Fraccaro, proprio no. E per questo, forse anche nel mio partito, c’è chi storce il naso. Ci saranno ricorsi, lo so. Ma se c’è un’ingiustizia, come quella di regalare 2.500 euro a qualcuno che ha messo piede in parlamento solo un giorno, il legislatore deve porvi rimedio”. Quindi nello specifico, di fronte al timore che la Consulta annulli tutto, ha replicato: “Il rischio c’è, ma io sulla Costituzione leggo che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. E dunque tutti devono avere lo stesso trattamento, compresi i parlamentari. Se la Corte dirà che questa legge è incostituzionale se ne prenderà al responsabilità. Ma una resa preventiva non è possibile, altrimenti l’Italia non cambia mai”.
Critiche dagli ex democratici di Mdp
Non solo Fi e Area popolare hanno espresso perplessità sul testo, ma pure Mdp. Tanto che Alfredo D’Attorre, intervenendo in Aula, ha detto che il gruppo si asterrà: “Mdp sulle questioni pregiudiziali si asterrà”, ha detto. Mdp si dice favorevole alla “riduzione delle condizioni di sperequazione rispetto ai cittadini ma siamo critici – ha detto D’Attorre – rispetto a questo testo di legge, sui cui abbiamo un giudizio molto critico. E’ un provvedimento spot, elettoralistico“.
I partiti gridano all’incostituzionalità
La polemica principale a cui si aggrappano i parlamentari, un po’ da tutti gli schieramenti, è quella secondo cui il testo sarebbe incostituzionale. “Un inedito connubio tra 5 stelle e Pd oggi approverà un provvedimento, quello sui vitalizi, che tutti sanno essere incostituzionale, pensando di rincorrere la pancia del popolo del Web, che però non è il popolo italiano”, ha detto il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio. “È un provvedimento sciatto, privo persino del conto economico, pericoloso per gli italiani, perché anticiperebbe le mani in tasca a chi è già in pensione: se il principio si applica ai legislatori, perché non dovrebbe applicarsi anche a tutti gli altri? È un brutto spot fatto da chi, evidentemente, non deve pagare nessun pegno, perché riguarda gli ex parlamentari, mentre dal 2012, com’è noto, il sistema contributivo è in atto alla Camera”, ha aggiunto Pisicchio. “Se davvero si vuol fare qualcosa di senso, si applichi un tetto e si impedisca un cumulo. Ma in realtà non si vuole fare altro che cattiva propaganda”.