Una ritorsione, perlomeno. Come altro potrebbe suonare la decisione di Bmw, anticipata dalla Reuters, di sospendere ogni confronto con Daimler su progetti futuri di cooperazione dopo che la casa di Stoccarda si è autodenunciata rivelando alle autorità l’esistenza di un cartello dei costruttori tedeschi del lusso? Del resto, come ha dimostrato il comportamento dell’Antitrust europea nei confronti della Man sulla vicenda del cartello dei camion lo scorso anno, a chi denuncia per primo non viene comminata alcuna multa. Di qui la corsa a chi avrebbe consegnato prima prove e carte alle autorità, tra Volkswagen e Mercedes. Che, stando a quanto rivelato da Der Spiegel (il settimanale che ha scoperchiato il vaso di Pandora), si sarebbe aggiudicata proprio la casa di Stoccarda consegnando i documenti già nel 2014 (e chi doveva indagare cosa stava aspettando?), ovvero un anno e mezzo prima rispetto alla stessa Vw.

Solo che oltre a questa, già esaurita, ore corre una “gara” parallela: quella di chi rimarrà col cerino in mano. E se Audi e Porsche hanno scelto la via del silenzio, non altrettanto ha fatto Bmw, che è stata l’unica a respingere qualsiasi tipo di addebito, soprattutto riguardo al controllo dei gas nocivi emessi dalle proprie auto e dunque si è esposta più degli altri. Solo il tempo dirà se ha fatto bene o no.

Secondo il Süddeutsche Zeitung, a Monaco sarebbero molto arrabbiati con i loro “cugini” di Stoccarda, al punto da annullare qualsiasi incontro riguardante progetti futuri condivisi. E chissà, forse a mettere in discussione anche quelli già esistenti. Dal 2008 infatti, come riporta il sito specializzato Autonews.com, Bmw e Daimler acquistano componentistica insieme con commesse dell’ordine dei due miliardi di euro all’anno e, dunque, immaginabili risparmi. Mentre dal 2015 hanno comprato (per 2,5 miliardi di euro) e gestiscono congiuntamente HERE, una compagnia che si occupa di realizzare mappe digitali.

Non ultimo, c’è il fronte elettrico: le due aziende, insieme anche a Ford e Vw, stanno lavorando a un network di ricarica veloce per auto a batteria sulle principali autostrade europee, da implementare entro il 2020.

Il numero uno di Daimler, Dieter Zetsche, parlando con i cronisti ha dichiarato di non sentire da una settimana il suo omologo di Bmw, Harald Krueger, ma di aspettarsi che i patti esistenti vengano rispettati. “Non ho ricevuto alcuna informazione, a nessun livello, che ci siano segnali speculativi in tal senso”, ha detto. Sarà così?

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