“Daremo la garanzia. Mi sono presa questo peso sulle spalle, ma si sappia che non è un gioco. Anche perché quello che stiamo facendo si chiama indebitamento”. Alla fine la Regione Lazio ci mette una pezza e attraverso un provvedimento firmato dall’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore, concede la garanzia-ponte che permette all’Ater di Roma di non fallire (per ora) e di pagare a Equitalia la prima tranche di 65 milioni di euro entro la scadenza perentoria del 31 luglio. L’annuncio del provvedimento, piuttosto sofferto, è arrivato al termine di una mattinata convulsa, apertasi con la pubblicazione da parte de ilfattoquotidiano.it di un servizio in cui si raccontava della drammatica situazione contabile dell’azienda regionale che gestisce le case popolari nella Capitale, del fallimento di tutte le operazioni necessarie a rientrare dell’ingente deficit di 530 milioni e dell’imminente rischio default se come ultima spiaggia non fosse arrivata – com’era praticamente certo fino a poche ore prima – la fidejussione di secondo livello del socio unico, la Regione Lazio appunto. Per stessa ammissione dell’assessore Sartore, dopo le polemiche generate dal nostro articolo “c’è stata una lunga telefonata con il direttore generale Ater (Franco Mazzetto, ndr) e alla fine siamo arrivati a questa decisione”. Un pressing messo in campo anche dal presidente nazionale dell’Unione Inquilini, Massimo Pasquini, che ha parlato di “tragedia sociale”, in riferimento al possibile fallimento dell’ente di edilizia pubblica.

DEFAULT RIMANDATO, MA RESTANO I RISCHI – Che cos’è questa “garanzia di secondo livello”? In sostanza, essendo l’azienda regionale in crisi di liquidità, Equitalia si rifarà automaticamente sulla ragioneria generale per ottenere la somma da corrispondere entro la fine del mese. Questo permetterà ad Ater di rispettare gli accordi e ottenere sul debito complessivo un maxi-sconto pari a 250 milioni di euro. Un bel sospiro di sollievo, ma non certo la panacea di tutti i problemi. La garanzia vale per questa prima tranche, poi l’azienda dovrà essere in grado di pagare le rate successive e, soprattutto, non portare ulteriori debiti nelle casse regionali. Nel rispondere a un’interrogazione del consigliere regionale Devid Porrello (M5S), Sartore ha spiegato: “Nella declaratoria delle fidejussioni ancora vigenti, ho riscontrato la possibilità di accordare una garanzia nell’ambito di una fattispecie relativa alla casa. Personalmente ho fatto un grande sforzo: ora l’Ater paghi e si metta fine a questa vicenda”. Quindi una strigliata ai vertici Ater: “Si sbrigassero nelle trattative con gli istituti di credito, tanto quei soldi non li avrebbero mai presi”. Il riferimento di Sartore è al bando rivolto alle banche per l’ottenimento di un mutuo, gara alla quale alla data del 10 luglio non si era presentato nessuno e che rischia seriamente di andare deserto anche alla nuova scadenza del 31 luglio. Un argomento che sta molto a cuore all’addetta ai conti della Giunta guidata da Nicola Zingaretti, dato che “questo si chiama indebitamento ed è tale sia per chi il beneficiario della garanzia che per chi la concede”.

INCOGNITE SUL FUTURO – Mentre l’Unione Inquilini esulta (“la fidejussione garantirà a 50mila famiglie a basso reddito di continuare ad utilizzare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica”) restano le incognite sul futuro. Nell’ultimo anno e mezzo sono fallite tutte le iniziative messe in campo dagli attuali vertici commissariali nominati dal governatore Nicola Zingaretti, dalla vendita degli immobili non residenziali alla campagna per il recupero delle morosità. L’Ater continua a perdere ogni anno oltre 43 milioni in affitti non riscossi, mentre circa 10mila famiglie sono in lista d’attesa da 17 anni. Riuscirà l’azienda, in queste condizioni, a pagare le successive rate del debito o il fallimento è solo rinviato? L’assessore regionale è stata chiara: “Questa e’ l’ultima volta che interveniamo”.

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