Sospeso il procedimento disciplinare al governatore della Puglia Michele Emiliano con invio degli atti alla Consulta. È quanto ha deciso la sezione disciplinare del Csm nel procedimento all’esponente Pd, magistrato in aspettativa sotto accusa per la sua attività politica come dirigente del partito. La Corte costituzionale dovrà verificare la legittimità della norma che prevede come illecito disciplinare per un magistrato, anche se fuori, l’iscrizione ad un partito politico.
“Sono molto soddisfatto, avevo più volte detto che c’era un forte dubbio interpretativo e che ci fosse la necessità di un chiarimento. Indipendentemente da come deciderà la Corte Costituzionale, il Csm ha ritenuto che la questione di legittimità da noi sollevata possa avere fondamento” dice il governatore della Puglia e già candidato alle primarie commentando la decisione della sezione disciplinare del Csm. L’ex sindaco di Bari si è sempre sentito un caso unico: “Sono l’unico magistrato nella storia della Repubblica italiana eletto democraticamente dal popolo come Presidente della Regione, al quale la Procura generale della Cassazione contesta l’iscrizione ad un partito politico – scriveva in una nota lo scorso febbraio – nonostante non svolga le funzioni di magistrato da 13 anni causa l’espletamento di mandato elettorale”.
Ma non è la prima volta che la Consulta è chiamata ad esprimersi sulla norma che vieta ai magistrati partecipazione politico di un magistrato. Lo fece nel 2009, sempre su impulso del Csm nel caso del senatore Luigi Bobbio, magistrato fuori ruolo, sottoposto a procedimento disciplinare perché scaduto il suo mandato parlamentare e continuando a rimanere fuori ruolo, aveva assunto la carica di presidente provinciale di An.
La Consulta respinse la questione e Bobbio fu poi sanzionato dal Csm con l’ammonimento. Si trattava di un caso diverso, secondo Armando Spataro, difensore disciplinare di Emiliano, che nella scorsa udienza aveva chiesto un nuovo rinvio alla Consulta, perché “la Corte si era pronunciata su un mandato tecnico”, mentre per Emiliano il Csm ha autorizzato più volte un “mandato elettivo”. “Il fatto che dopo 11 anni mi sia mossa questa contestazione”, la partecipazione al partito, ha aggiunto Emiliano, “secondo il mio giudizio dimostra che l’elemento soggettivo dell’illecito della colpa o del dolo non esiste“. “Sono molto contento perché si dimostra che la sentenza precedente della Consulta, su Luigi Bobbio, non si attaglia al mio caso”, ha concluso il governatore pugliese.