Un'indagine della Dda di Roma ha scoperto che da marzo 2016 decine di veicoli pesanti, anche di notte, arrivavano nel territorio pontino per scaricare e interrare rifiuti pericolosi senza alcuna autorizzazione. Indagati diversi imprenditori, sequestri per milioni di euro. "Quando, grazie ai sistemi di videosorveglianza, abbiamo capito la quantità di rifiuti di ogni genere che venivano gettati nella cava - spiega invece il capo della mobile di Latina Carmine Mosca - c'era da rabbrividire"
I rifiuti tossici arrivavano in provincia di Latina a bordo di decine di veicoli pesanti, anche di notte, e venivano interrati con pale meccaniche in una cava dismessa. In maniera totalmente del tutto abusiva. È quanto hanno scoperto i poliziotti del Servizio centrale operativo – sotto il comando di Alessandro Giuliano e il coordinamento della Dda romana – nel corso di mesi di accertamenti, anche con intercettazioni e sistemi di videosorveglianza.
Nell’ex cava trasformata in discarica c’era “un’attività selvaggia, proseguita a lungo nel tempo, fatta in assenza di qualsiasi forma di autorizzazione”, ha detto il procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino . “Quando, grazie ai sistemi di videosorveglianza, abbiamo capito la quantità di rifiuti di ogni genere che venivano gettati nella cava – spiega invece il capo della mobile di Latina Carmine Mosca – c’era da rabbrividire. Abbiamo monitorato centinaia di episodi di sversamento illecito”.
L’inchiesta – iniziata nel marzo 2016 – ha portato all’arresto di 21 persone accusate, a vario titolo, di far parte di un’associazione che trafficava illecitamente rifiuti pericolosi. A capo dell’organizzazione, sostengono gli investigatori, c’erano un romano di 53 anni e il figlio ventenne, mentre sono indagati numerosi imprenditori di Roma e Latina operanti nel settore di rifiuti. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate diverse società, abitazioni, capannoni industriali e terreni per diversi milioni di euro.
Accertamenti e verifiche – ha spiegato il procuratore aggiunto della Dda di Roma Michele Prestipino – sono in corso sulla qualità delle acque di un torrente e di una sorgente di acqua minerale che si trovano a poche centinaia di metri dalla discarica abusiva di rifiuti tossici scoperta dalla Polizia in provincia di Latina. “Il nostro consulente e gli organi amministrativi preposti – afferma il magistrato – hanno avviato degli accertamenti per verificare quali conseguenze possano essersi determinate sulla genuinità delle acque ed evitare così qualsiasi danno alla salute”.