“Questa estate la Francia creerà alcuni hotspot in Libia”. Emmanuel Macron continua nella partita avviata pochi giorni fa con l’incontro organizzato a Parigi tra Fayez Al Sarraj e Khalifa Haftar: scalzare l’Italia nella gestione della crisi di cui approfittano i trafficanti di uomini che sfruttano i flussi migratori e presentarsi come l’attore capace di raggiungere l’obiettivo che Roma ha finora mancato: stabilizzare il Paese. Così dopo aver messo, primo in Europa, l’uno di fronte l’altro il capo del governo di Tripoli e il capo delle milizie fedeli a Tobruk, il presidente francese rilancia anche sul piano operativo: “L’idea è quella di creare hotspot in Libia per evitare alle persone di assumere dei rischi folli quando non hanno alcun titolo per ottenere l’asilo – ha detto incontrando famiglie di rifugiati nel centro provvisorio di accoglienza di Orleans – andremo a cercare le persone. Conto di farlo a partire da quest’estate”, ha aggiunto, precisando che è sua intenzione procedere “con o senza l’Europa”.
Un’idea già annunciata ai leader europei nel corso del vertice sui migranti, svolto a Berlino lo scorso 29 giugno. Durante i faccia a faccia con i colleghi degli altri Paesi, il capo dell’Eliseo aveva caldeggiato l’ipotesi spiegando, che sarebbe stata fattibile solo dopo una stabilizzazione della situazione a Tripoli. Un passo importante per iniziare la ‘fase 2’ del progetto di Macron, che da quando è diventato presidente ha più volte rimarcato la differenza tra migranti economici e richiedenti asilo spiegando di voler garantire assistenza sul territorio francese solo ai secondi. La proposta del presidente francese è stata accolta con un “no comment” dalla Commissione Ue. “Preferiamo approfondire meglio i contorni della proposta”, ha spiegato Natasha Bertaud, portavoce della commissione per Migrazione e affari interni.
Immediata è arrivata, invece, la risposta dell’Italia. “Noi abbiamo la nostra agenda che ci impegna sul piano dell’accoglienza, sulla discussione con le ong di una serie di regole, favorire la riconciliazione delle forze – ha detto Paolo Gentiloni dopo il colloquio a palazzo Chigi con il candidato socialdemocratico al cancellierato tedesco Martin Schulz – se poi c’è l’impegno di tutti i paesi Ue, tutte le iniziative sono benvenute ma deve essere chiaro che i passi sono questi, le misure sono queste ed i problemi di stabilizzazione non si risolvono in modo diverso”. Sui flussi migratori “serve un impegno comune – ha proseguito il presidente del Consiglio – non ci rassegnamo all’idea che la grande questione della sfida migratoria, che riguarda i rifugiati con diritto di asilo ma anche migranti economici dall’Africa, possa essere lasciata a singoli Paesi per scelta del caso o della geografia. Deve essere un impegno comune”.
“Non si può anche da parte della Francia andare avanti con battute improvvisate – il commento del il ministro degli Esteri, Angelino Alfano – i campi là vanno gestiti dalle organizzazioni internazionali come l’Unhcr. Non è una materia che si può affrontare con battute improvvisate”.
Nel primo pomeriggio il ministro francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, parlando a Roma, corregge parzialmente le dichiarazioni del presidente: la Francia verificherà “se e come” creare hotspot in Libia e in Niger, in collaborazione con l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) e con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Fonti dell’Eliseo hanno precisato poi che l’ipotesi che la Francia apra si suoi hotspot in Libia potrebbe diventare eventualmente di attualità solo quando la sicurezza del Paese verrà pienamente garantita.
Ed è la stessa Loiseau a chiudere un’altra porta in faccia all’Italia sulla questione migranti: la ministra ha annunciato che la Francia non vuole che vengano modificate le regole europee per l’accoglienza e vuole che sia confermata la responsabilità del primo paese di accoglienza. Un no, in pratica, alla richiesta dell’Italia di rivedere il trattato di Dublino. Occorre “una solidarietà più ampia e meglio applicata” nell’accoglienza dei profughi, ha specificato il ministro.
Mondo
Migranti, Macron: “Costruiremo hotspot in Libia per esaminare richieste d’asilo”. Gentiloni: “L’Italia ha la sua agenda”
Il capo dello Stato annuncia che la Francia aprirà già in estate dei centri direttamente in territorio libico per comprendere chi ha i requisiti per ottenere lo status di rifugiato. La replica del premier italiano: "La sfida non può essere lasciata ai singoli Paesi, serve un impegno comune". Alfano: "Basta con le battute improvvisate"
“Questa estate la Francia creerà alcuni hotspot in Libia”. Emmanuel Macron continua nella partita avviata pochi giorni fa con l’incontro organizzato a Parigi tra Fayez Al Sarraj e Khalifa Haftar: scalzare l’Italia nella gestione della crisi di cui approfittano i trafficanti di uomini che sfruttano i flussi migratori e presentarsi come l’attore capace di raggiungere l’obiettivo che Roma ha finora mancato: stabilizzare il Paese. Così dopo aver messo, primo in Europa, l’uno di fronte l’altro il capo del governo di Tripoli e il capo delle milizie fedeli a Tobruk, il presidente francese rilancia anche sul piano operativo: “L’idea è quella di creare hotspot in Libia per evitare alle persone di assumere dei rischi folli quando non hanno alcun titolo per ottenere l’asilo – ha detto incontrando famiglie di rifugiati nel centro provvisorio di accoglienza di Orleans – andremo a cercare le persone. Conto di farlo a partire da quest’estate”, ha aggiunto, precisando che è sua intenzione procedere “con o senza l’Europa”.
Un’idea già annunciata ai leader europei nel corso del vertice sui migranti, svolto a Berlino lo scorso 29 giugno. Durante i faccia a faccia con i colleghi degli altri Paesi, il capo dell’Eliseo aveva caldeggiato l’ipotesi spiegando, che sarebbe stata fattibile solo dopo una stabilizzazione della situazione a Tripoli. Un passo importante per iniziare la ‘fase 2’ del progetto di Macron, che da quando è diventato presidente ha più volte rimarcato la differenza tra migranti economici e richiedenti asilo spiegando di voler garantire assistenza sul territorio francese solo ai secondi. La proposta del presidente francese è stata accolta con un “no comment” dalla Commissione Ue. “Preferiamo approfondire meglio i contorni della proposta”, ha spiegato Natasha Bertaud, portavoce della commissione per Migrazione e affari interni.
Immediata è arrivata, invece, la risposta dell’Italia. “Noi abbiamo la nostra agenda che ci impegna sul piano dell’accoglienza, sulla discussione con le ong di una serie di regole, favorire la riconciliazione delle forze – ha detto Paolo Gentiloni dopo il colloquio a palazzo Chigi con il candidato socialdemocratico al cancellierato tedesco Martin Schulz – se poi c’è l’impegno di tutti i paesi Ue, tutte le iniziative sono benvenute ma deve essere chiaro che i passi sono questi, le misure sono queste ed i problemi di stabilizzazione non si risolvono in modo diverso”. Sui flussi migratori “serve un impegno comune – ha proseguito il presidente del Consiglio – non ci rassegnamo all’idea che la grande questione della sfida migratoria, che riguarda i rifugiati con diritto di asilo ma anche migranti economici dall’Africa, possa essere lasciata a singoli Paesi per scelta del caso o della geografia. Deve essere un impegno comune”.
“Non si può anche da parte della Francia andare avanti con battute improvvisate – il commento del il ministro degli Esteri, Angelino Alfano – i campi là vanno gestiti dalle organizzazioni internazionali come l’Unhcr. Non è una materia che si può affrontare con battute improvvisate”.
Nel primo pomeriggio il ministro francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, parlando a Roma, corregge parzialmente le dichiarazioni del presidente: la Francia verificherà “se e come” creare hotspot in Libia e in Niger, in collaborazione con l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) e con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Fonti dell’Eliseo hanno precisato poi che l’ipotesi che la Francia apra si suoi hotspot in Libia potrebbe diventare eventualmente di attualità solo quando la sicurezza del Paese verrà pienamente garantita.
Ed è la stessa Loiseau a chiudere un’altra porta in faccia all’Italia sulla questione migranti: la ministra ha annunciato che la Francia non vuole che vengano modificate le regole europee per l’accoglienza e vuole che sia confermata la responsabilità del primo paese di accoglienza. Un no, in pratica, alla richiesta dell’Italia di rivedere il trattato di Dublino. Occorre “una solidarietà più ampia e meglio applicata” nell’accoglienza dei profughi, ha specificato il ministro.
Articolo Precedente
Alla fiera cittadina si stacca la giostra: un morto e sette feriti. Il video choc
Articolo Successivo
Tunisia, passa la legge contro la violenza. C’è vento di diritti per le donne
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Politica
La Camera respinge la sfiducia a Santanchè: “Sulle dimissioni rifletterò”. Conte: “Siete responsabili di un disastro morale”. Schlein: “Meloni ancora in fuga”
Economia & Lobby
A Milano indagine per evasione fiscale su Twitter-X. Mancati pagamenti Iva per 12,5 milioni
Cronaca
Francesco, condizioni critiche ma stazionarie: “Nuova tac di controllo”. Ha visto il cardinale Parolin. Buenos Aires in ansia per il ‘suo’ Papa
Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Ofri Bibas, sorella dell'ostaggio liberato Yarden Bibas, ha criticato duramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonché i notiziari, gli utenti dei social media e i diplomatici pubblici, per aver descritto in dettaglio, contro la volontà della famiglia, gli omicidi avvenuti durante la prigionia della moglie di Yarden, Shiri, e dei suoi figli piccoli Ariel e Kfir. Pubblicare tali informazioni nonostante le ripetute richieste della famiglia è stato "un abuso fine a se stesso nei confronti di una famiglia che ha attraversato 16 mesi di inferno e che deve ancora affrontare il peggio", ha sritto Ofri Bibas su Facebook.
Netanyahu ha descritto l'omicidio dei ragazzi in modo molto dettagliato in un discorso tenuto davanti all'America Israel Public Action Committee e, mentre teneva in mano una foto delle vittime, durante una cerimonia militare tenutasi ieri, in seguito alla quale, la famiglia Bibas ha inviato una lettera di diffida a Netanyahu e ad altri uffici governativi, chiedendo loro di smettere di pubblicare dettagli non approvati sugli omicidi, riporta il sito di notizie Ynet.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Questa decisione lacera l'indipendenza di una stampa libera negli Stati Uniti". Lo ha detto il presidente della White House Correspondents' Association Eugene Daniels, criticando l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver affermato che d'ora in poi sarà lei stessa a decidere quali giornalisti potranno seguire gli eventi della Casa Bianca. "In un paese libero, i leader non devono scegliere le testate" da accreditare, ha aggiunto.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.