L'ex onorevole dopo il post su Facebook in cui criticava la legge approvata da Montecitorio si spiega: "Io sono discriminato. Datemi indietro i soldi o calcolate tutti i contributi che ho versato". Dice che la legge passerà perché tutti "hanno paura come nel '92" e che a quel punto chiederà la cittadinanza spagnola: "Ho il gozzo in gola quando lo dico, ma è uno schiaffo troppo grande per chi ha servito lo Stato italiano come me"
“Io sono uno perbene, non ho mai preso un’auto blu in vita mia”. Enzo Raisi, ex onorevole An, poi Pdl e uno di quelli che seguì Fini dopo la rottura con Berlusconi, risponde al telefono dalla Spagna dove vive e lavora. “Per la miseria, io sono onesto”, dice mentre parla con “il gozzo in gola”. Due giorni fa, mentre in Aula si discuteva del ricalcolo dei vitalizi, ha scritto un post su Facebook: “Ho fatto male a fare politica e a non rubare”. Da lì a diventare l’emblema del politico della casta sono passati pochi clic. In rete è stato sommerso dagli insulti (ma anche da 500 “mi piace”), in privato ha ricevuto telefonate dagli ex colleghi che gli facevano i complimenti: “Io sono qui che mi espongo e loro zitti. Se devono andare in Parlamento senza palle che stiano a casa. Ma io non sono un Di Maio, un Salvini, una Meloni o un Richetti che è in aspettativa dalla provincia di Modena e si fa pagare i contributi dallo Stato. Io ho un lavoro“. Raisi smise di pagare i contributi all’Inps una volta in Parlamento, e ora con la nuova legge avrebbe un vitalizio mensile di mille euro lordi circa. Per questo dice di essere pronto a rinunciare, a patto che gli vengano dati indietro i soldi che ha versato. “La legge è giusta anche se è sbagliata la sua applicazione”. Ma che ne pensa veramente dei vitalizi? “Garantiscono l’indipendenza. Quando cercarono di comprarmi per stare in maggioranza con Berlusconi io resistetti anche per questo”. E se passa la legge? “Rinuncerò alla cittadinanza italiana”.
Raisi quindi si rimangia la frase “dovevo rubare”?
Era una provocazione. Io volevo dire che in questo Paese le persone oneste pagano sempre e sono trattate da delinquenti. Io non sono uguale a tutti gli altri. Dovete dirlo che Raisi non è un Razzi.
Quanti insulti ha ricevuto per quelle parole?
Non solo. Ci ho pensato due volte prima di scrivere il post, sapevo che la gente non avrebbe capito. Però ero troppo arrabbiato. In rete è successo di tutto, ma ho anche ricevuto telefonate da parlamentari di tutti i partiti.
Che le hanno detto?
Mi hanno fatto i complimenti. Ma bravo andatelo a dire a un altro. Perché io sono fuori e dico queste cose, loro stanno lì zitti. Se vanno in Parlamento senza le palle è meglio che stiano a casa. Non devono chiamare me, devono votare secondo coscienza. Meloni e Salvini hanno mai lavorato? Berlusconi? E’ ricco. Chissà cosa se ne fa lui del vitalizio, al massimo può spenderlo in un bunga bunga. Capisco, devono pensare ai voti: la gente vuole il sangue e loro gli danno il sangue.
Ora lei cosa fa?
L’imprenditore in Spagna. Io lavoro. Sono una persona perbene, io non ho mai preso un’auto blu in tutta la mia vita.
E scusi ora che non è più un politico non pensa che sia giusto che i parlamentari abbiano una pensione calcolata come quella di un normale dipendente?
La legge è giusta nel principio, ma non nell’applicazione. Io che sono sempre stato onesto vengo schiaffeggiato e dileggiato con questa norma, divento un paria. Cioè ho meno diritti di un cittadino normale. Perché? Qualcuno si alza e me lo dice per favore?
Qual è la discriminazione?
Ho sempre avuto un lavoro, non ho vissuto di politica come Di Maio, Salvini o la Meloni. O Richetti che si è fatto assumere dalla provincia di Modena, si è messo in aspettativa e si fa pagare i contributi dallo Stato.
E lei no?
Io sono uno che fino a 39 anni ha fatto il dirigente: quando sono entrato in Parlamento, dopo aver pagato per 20 anni le tasse, ho lasciato il mio mestiere. Una volta in Parlamento mi hanno detto che dovevo pagare per un vitalizio che mi sarebbe stato dato a 65 anni e ho smesso di pagare l’Inps perché sono contro il cumulo delle pensioni. Poi sono uscito dal Parlamento nel 2013 e ho ricominciato da capo pagando le tasse alla Spagna. Dopo che ho fatto tutto questo, arriva la legge.
Quindi cosa vuole?
Che facciano il ricongiungimento delle casse considerando tutti i contributi che ho versato, o che mi ridiano indietro i soldi. Non lo fanno perché la Camera ha la cassa vuota. Stanno illudendo i cittadini che i soldi risparmiati andranno a loro: è una baggianata. Io rinuncio al vitalizio. Ma se facciamo un contratto e a 56 anni cambia, ho il diritto di dire che voglio indietro i miei soldi.
Però è contro i vitalizi?
Il vitalizio serve per garantire indipendenza. Io come tanti parlamentari di Fli nel 2010 ho avuto sul tavolo l’offerta di qualche centinaio di migliaia di euro per stare nella maggioranza con Berlusconi. Sa cosa ho risposto? No, grazie. Perché ho avuto la forza? Avevo un vitalizio. Oggi i grillini possono alzarsi e dire a Grillo io non sono d’accordo? No, perché se no tornano a fare quello che facevano prima, cioè niente. Sono tutti dei soldatini. Così saranno quelli della Lega e di Berlusconi. Non c’è più la libertà di espressione.
Scusi ci ricordi, chi cercò di comprarla?
Non mi faccia parlare, io non voglio più fare politica. Io rinuncio a tutto, però non voglio essere inchiappettato. Chiedo di avere quello che mi spetta. Io non mi sono messo in aspettativa per farmi pagare i contributi come Richetti, io mi sono dimesso. Lui si dimetta dalla provincia di Modena e poi voglio vedere se trova un lavoro quando esce dal Parlamento.
E quindi cosa intende fare?
Niente.
Si commuove Raisi?
E’ dura subire questo linciaggio, dopo tutto. Mi viene il gozzo in gola. Sono stanco. Io continuerò a lavorare e, visto che ho diritto alla cittadinanza spagnola perché mia madre era spagnola, ne farò richiesta. Finora non lo avevo fatto perché comporta rinunciare a quella italiana, ma se passa la legge lo faccio. E’ uno schiaffo tale per chi ha servito lo Stato italiano…
Può stare tranquillo, in Senato non ci sono i voti.
La legge passerà perché hanno tutti paura, come nel ’92. Forse la bloccherà la Corte costituzionale, anche perché i giudici della Consulta sanno che loro sono i prossimi.
Cosa prevede?
L’Italia in futuro avrà un Parlamento di dipendenti pubblici come Richetti, di pensionati, di nullafacenti come Di Maio, oppure avrà dei ricchi come Berlusconi. Manager come me che decidono di mettersi in politica a queste condizioni non se ne troveranno. Se li trovano rido fino a domani.
Voterà alle prossime elezioni?
No. Io sono di destra e cerco un uomo nuovo che non c’è. Tra l’altro, nella pochezza generale, non c’è alternativa a Berlusconi.
Ce la farà di nuovo?
E’ un imprenditore con carisma e ha una potenza mediatica che non ha nessuno. E’ stato un cretino il mio presidente Fini a fare la guerra a lui, noi con la fionda e lui con i cannoni. Infatti ci ha raso al suolo.