L'uomo prometteva “caramelle e spiccioli per comprare la merenda” in cambio di rapporti sessuali completi. Per Federica Giannotta, responsabile dei progetti Italia della Fondazione Terre des Hommes, la sentenza evidenzia "la condizione di estrema vulnerabilità dei minori bloccati a Ventimiglia. L’unico luogo sicuro è il campo della Caritas, ma ora il sindaco minaccia di chiudere la struttura per donne e bambini"
È stato condannato a due anni e otto mesi di carcere e 3.000 euro di multa Luigi Caione, 57 anni, l’ex cuoco di Ventimiglia arrestato a febbraio per sfruttamento della prostituzione minorile. Rischiava una pena molto più pesante, anche per via della reiterazione del reato riconosciuta questa mattina dal Gip del Tribunale di Genova, ma ha potuto usufruire della riduzione di un terzo della pena, garantita dalla scelta del rito abbreviato.
Da quanto emerso nel corso dell’udienza, l’uomo ha adescato diversi giovani migranti, soprattutto minorenni tra i 14 e i 16 anni, ma solo due ragazzini provenienti dal Pakistan, difesi dall’avvocata Ersilia Ferrante, sono riusciti a trovare la forza di denunciarlo. Per lungo tempo avrebbe agito in totale impunità scegliendo come vittime giovani richiedenti asilo ospitati nella struttura di accoglienza per minori di via Dante, in pieno centro città, a pochi metri da casa sua.
“Con il pretesto di aiutarlo a svolgere alcuni lavori in cambio di qualche soldo – spiega l’avvocato – Caione adescava i ragazzini per strada e li conduceva nella sua soffitta, un locale di pochi metri, dove c’era giusto lo spazio del lettino dove il pedofilo consumava i rapporti sessuali con i minorenni”. Secondo quanto appurato, non sempre i ragazzini, in condizioni di fragilità e in stato di choc, accettavano i pochi euro che l’uomo prometteva. Nonostante queste dinamiche portassero l’accusa a chiedere l’aggravante di violenza sessuale, il giudice ha ritenuto che non si potesse applicare in quanto la corporatura dei ragazzini gli avrebbe permesso di liberarsi e fuggire”.
Il pedofilo, che da febbraio è recluso nella casa circondariale di Sanremo, prometteva “caramelle e spiccioli per comprare la merenda” in cambio di rapporti sessuali completi e aveva alle spalle segnalazioni per precedenti specifici, ma nonostante questo mai era stato condannato, né aveva tentato di curare la sua malattia. Come raccontato dagli stessi operatori dell’ente che gestiva la struttura di accoglienza, che hanno segnalato gli strani movimenti dell’uomo, nei mesi precedenti si sarebbe addirittura informato sulla possibilità di diventare volontario nella struttura.
“Questa sentenza non fa che evidenziare la condizione di estrema vulnerabilità in cui vivono i minori bloccati a Ventimiglia – sottolinea Federica Giannotta, responsabile dei progetti Italia della Fondazione Terre des Hommes – allo stato attuale l’unico luogo sicuro dove possono trovare ospitalità e accoglienza è il campo “Con-fine solidale” della Caritas, ma ora il sindaco Enrico Ioculano minaccia di chiudere la struttura dedicata a donne e bambini, completamente autofinanziata e portata avanti grazie all’impegno di don Rito Alvarez e di tanti volontari. Se il progetto dell’amministrazione andasse in porto, i minori accolti in situazione di emergenza dovranno convivere in una struttura, quella del Campo Roya, che accoglie fino a 600 adulti. Se dovesse davvero andare così, si tratterebbe di un’aperta violazione della recente legge Zampa (47/2017), che stabilisce inderogabilmente che i minori vadano sempre accolti in strutture di accoglienza destinate esclusivamente a loro”.
Quella di oggi è la prima condanna, ma il fenomeno dello sfruttamento sessuale di minori e di giovani donne che arrivano a Ventimiglia e cercano in tutti i modi di passare la frontiera, ridotti a vivere in condizioni di povertà estrema, è un’emergenza sulla quale sarebbero in corso altre indagini.