"Non si accettano persone che aderiscono alla ideologia "gender" e coppie omosessuali anche se unite con rito civile", ha scritto il proprietario dell'appartamento di Melendugno, in provincia di Lecce, nell'annuncio postato su un noto sito di settore. Il segretario dell'associazione: "Vuoto normativo favorisce l'esibizionismo della discriminazione"
La casa è carina, primo appartamento di una serie di villette a schiera. Si trova ad appena 10 minuti a piedi da una delle spiagge più belle del Salento, quella di San Foca. Anche il prezzo è onesto: 54 euro a notte. Mare cristallino e sabbia dorata, però, non sono per tutti. Gli animali, sì, sono i benvenuti. Ma “non si accettano persone che aderiscono alla ideologia “gender” e coppie omosessuali anche se unite con rito civile”, ha scritto il proprietario nell’annuncio postato su un noto sito di settore.
La denuncia arriva dall’Arcigay: “Dopo il caso della coppia gay respinta da una struttura turistica di Vibo Valentia, i nostri soci ci hanno segnalato un altro annuncio analogo – spiega Gabriele Piazzoni, segretario nazionale – alla reiterata richiesta di informazioni su questo punto i proprietari non danno risposta”. Sul portale non sono segnalati numeri di telefono né la casa in affitto nella marina di Melendugno, in provincia di Lecce, è mai stata recensita. Resta, però, quella chiusura a omosessuali e “aderenti alla ideologia gender”.
Per parte sua, il sito casevacanze.it – dove l’annuncio è apparso originariamente – ha fatto sapere di essere fermamente contrario a ogni forma di discriminazione e di avere immediatamente rimosso l’annuncio, bloccando di conseguenza l’utente.
“È evidente che il prolungato vuoto normativo sull’omotransfobia in Italia sta producendo un fenomeno raccapricciante, una sorta di esibizionismo della discriminazione, forte di un’impunità garantita dalle leggi e dalla politica – spiega ancora Piazzoni – È indispensabile allora mettere in campo un intervento strutturale e normativo che escluda l’omotransfobia, così come tutte le discriminazioni e i razzismi, dall’esercizio di servizi destinati al pubblico, anche se messi in campo da privati”.