Lutto nel mondo della politica. È morto all’età di 96 anni Ciro Cirillo, l’ex presidente della Regione Campania. Esponente di punta della Dc (corrente Gava), Cirillo fu sequestrato dalle Brigate Rosse nel 1981 a Torre del Greco (Napoli) per poi essere rilasciato dopo 89 giorni di prigionia in circostanze ancora oggi avvolte da molti misteri. Cirillo era assessore regionale ai lavori pubblici quando, il 27 aprile del 1981, fu assalito nel garage di casa da un commando di cinque uomini delle Brigate Rosse. Durante la sparatoria con la banda guidata da Giovanni Senzani, furono uccisi l’agente di scorta Luigi Carbone e l’autista Mario Cancello, mentre fu gambizzato il segretario particolare Ciro Fiorillo.
Il sequestro durò 89 giorni e fu al centro di numerose polemiche. A differenza del caso Moro, infatti, la Dc decise di trattare con i brigatisti: il 21 luglio venne pagato un riscatto di 1,45 miliardi di lire sul tram per Centocelle a Roma e Cirillo venne rilasciato pochi giorni dopo in un palazzo abbandonato in via Stadera, a Poggioreale. Le circostanze della liberazione non furono mai chiarite, anche se molti sospettano la mediazione dei servizi segreti e di Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata che all’epoca dettava “legge” a Napoli.
Vent’anni dopo il sequestro, Cirillo concesse un’intervista al giornalista Giuseppe D’Avanzo, in cui affermò di aver scritto la verità sulla reclusione in un dossier segreto, in mano al suo notaio, che sarebbe stato letto solo dopo la sua morte. “Signore mio, glielo dico subito, io non le racconterò la verità del mio sequestro. Quella, la tengo per me, anche se sono passati ormai venti anni. Sa che cosa ho fatto? Ho scritto tutto – le parole del politico – Quella verità è in una quarantina di pagine che ho consegnato al notaio. Dopo la mia morte, si vedrà. Ora non voglio farmi sparare – a ottant’anni, poi! – per le cose che dico e che so di quel che è accaduto dentro e intorno al mio sequestro, dopo la mia liberazione”.
Tuttavia, in una successiva intervista rilasciata a Il Mattino, Cirillo ritrattò quanto confessato a D’Avanzo, smentendo il dossier verità. Aggiunse, inoltre, che una volta tornato in libertà la Democrazia Cristiana gli chiese di farsi da parte e di ritirarsi dalla politica, cosa che puntualmente fece seppur a malincuore. Molti punti della vicenda continuano a restare oscuri e il giallo è tutt’altro che risolto. Numerose sono le domande rimaste senza risposta: chi ha versato i soldi del riscatto? Chi ha effettivamente partecipato alla trattativa? Per conto di chi si sono mossi i servizi segreti? E soprattutto perché lo Stato ha trattato con i brigatisti diversamente da quanto fece con Aldo Moro?
Sul sequestro Cirillo è intervenuta anche Immacolata Iacone, la moglie dell’ex boss della Camorra Raffaele Cutolo, attualmente in carcere al 41bis da 51 anni, confermando l’intervento di quest’ultimo in occasione della liberazione del politico. “So che ha contribuito alla liberazione di Ciro Cirillo. Fu il momento in cui lo Stato cercò l’intervento dell’anti-Stato, questo mi ha sempre detto mio marito – afferma la donna – Il sequestro Moro? Mio marito voleva far liberare Moro e loro dissero, chi non so, ‘stai al posto tuo che non ci interessa‘. Per Moro hanno bloccato”.
L’ultima uscita pubblica di Cirillo è dell’anno scorso, quando decise di festeggiare insieme a figli, nipoti e gli altri parenti i suoi 95 anni. Era il febbraio del 2016 quando convocò i suoi cari al Circolo Nautico di Torre del Greco (Napoli) per un pranzo al quale presero parte diversi amici politici della vecchia Democrazia Cristiana, in particolare della città vesuviana dove risiedeva. Per l’occasione fu presente anche il sindaco Ciro Borriello.
“E’ stato un dirigente autorevole della Democrazia Cristiana. Ha subito la violenza delle Brigate Rosse e l’ha sopportata con compostezza ed riservatezza. È una persona che merita rispetto e riconoscenza – così commenta la notizia della scomparsa l’ex ministro Paolo Cirino Pomicino – Tutto quello che si doveva dire è stato detto e il chiacchiericcio di questi anni lascia il tempo che trova visto lo sfascio politico e istituzionale che è sotto gli occhi”.