Ben 755 diplomatici americani dovranno lasciare la Russia dal primo settembre. A renderlo noto è il presidente Vladimir Putin citato dai media russi, dopo l’annuncio della misura ritorsiva contro gli Stati Uniti due giorni fa. “È venuto il momento di mostrare agli Usa che non lasceremo le loro azioni senza risposta – ha detto Putin – Washington ha assunto posizioni che peggiorano le nostre relazioni bilaterali. Possiamo mettere in campo anche altre misure per rispondere agli Usa”. Intervistato dalla rete Rossia-24, il leader russo ha chiarito che i trasferimenti verranno messi in atto entro settembre: “Più di un migliaio di persone lavoravano e stanno ancora lavorando” all’ambasciata Usa a Mosca e nei consolati per cui ora “755 di loro debbono porre fine alle loro attività in Russia”.
La decisione di Mosca è diretta conseguenza delle nuove sanzioni approvate dal Senato statunitense con una larghissima maggioranza, 98 voti favorevoli e 2 contrari, e che comprendono oltre alla Russia, anche Iran e Corea del Nord. Il provvedimento legislativo include anche limiti al potere del presidente Donald Trump di alleggerire o interrompere misure verso il governo di Mosca. Portando quindi di fatto il pacchetto, dopo l’approvazione avvenuta già alla Camera, sul tavolo del presidente di cui è necessaria la firma. “La parte americana ha fatto una mossa, che, è importante notare, non era stata provocata da nulla, per peggiorare le relazioni russo-americane – ha accusato Putin – Comprende restrizioni illegali, tentativi di influenzare altri Paesi del mondo, tra cui nostri alleati, che sono interessati a sviluppare ed avere relazioni con la Russia”.
“Abbiamo aspettato per molto tempo che qualcosa cambiasse in meglio – ha quindi sottolineato Putin, riferendosi ai rapporti con gli Stati Uniti – speravamo che la situazione cambiasse. Ma sembra che non cambierà in un futuro prossimo”. Per questo, ha detto, “ho deciso che era arrivato per noi il momento di dimostrare che non lasceremo tutto questo senza una risposta”. Nei giorni scorsi, dopo il via libera del Congresso alle nuove sanzioni, il ministero degli Esteri russo aveva fatto sapere di aver chiesto a Washington di ridurre a 455 il numero del suo staff diplomatico in Russia, che conta su oltre 1.200 persone.