Sarà la Cassazione a decidere se è la procura di Roma competente sull’inchiesta Consip. Gli avvocati di Gianpaolo Scafarto, l’ufficiale del Noe sotto inchiesta per falso e rivelazione del segreto istruttorio, hanno presentato ricorso ai supremi giudici. I legali del militare, Giovanni Annunziata e Attilio Soriano, chiedono che la vicenda in cui è coinvolto il loro assistito sia esaminata, per competenza territoriale, dalla procura di Napoli, dove è tuttora applicato, o da quella di Firenze, città dove ha prestato servizio per un breve periodo di tempo. Il ricorso ai giudici di piazza Cavour fa seguito al rigetto di un’istanza da parte dei pm di piazzale Clodio, i quali hanno ritenuto di essere competenti a procedere nei confronti di Scafarto. A Roma l’ufficiale del Noe è accusato di essere l’autore di un’informativa in cui avrebbe, da un lato, accreditato erroneamente la tesi della presenza dei servizi segreti nel corso degli accertamenti e, dall’altro, di aver attribuito ad Alfredo Romeo e non a Italo Bocchino una frase intercettata: “…Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato”. L’ufficiale avrebbe alterato in alcuni punti l’informativa sulla quale si basavano alcune delle accuse a Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze.
Sono due i fascicoli aperti dalla procura di Roma per la fuga di notizie sulla vicenda Consip: uno è legato alle notizie relative a atti istruttori coperti da segreto di cui sono venuti a conoscenza organi di stampa. Proprio per questa vicenda al Noe era stata revocata la delega alle indagini che furono affidate al Nucleo investigativo di Roma. Nello stesso fascicolo sono indagati il magistrato di Napoli, John Henry Woodcock e la giornalista Federica Sciarelli, per violazione del segreto d’ufficio. La conduttrice di Chi l’ha visto, è accusata di aver fatto da tramite tra i magistrato e il giornalista del Fatto Quotidiano, Marco Lillo, autore di una serie di scoop sull’inchiesta Consip e per questo è stato perquisito. Sia Sciarelli che Woodcock sono già stati interrogati dai pm della procura capitolina, negando ogni addebito. Il magistrato che ha aperto l’indagine Consip ha fornito ai colleghi romani una serie di elementi che potrebbero allargare lo scenario investigativo.
Nell’altra indagine, quella legata a informazioni giunte ai vertici Consip che erano a conoscenza di intercettazioni e pedinamenti in corso, rispondono di rivelazione di segreto d’ufficio il ministro dello Sport, Luca Lotti (interrogato il 14 luglio scorso, ndr), il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette e il generale di brigata dell’Arma, Emanuele Saltalamacchia. Inoltre è indagato di favoreggiamento il presidente di Publiacqua Firenze, Filippo Vannoni. Il vice comandante del Nucleo operativo ecologico, Alessandro Sessa, è invece accusato di depistaggio per aver mentito nel corso di un’audizione testimoniale con i pm.