I dati Istat evidenziano che i lavoratori a termine hanno toccato quota 2,69 milioni, il valore più alto dal 1992: finiti gli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato, il Jobs Act da solo non favorisce affatto la creazione di posti stabili. Il tasso di occupazione delle donne ha raggiunto il 48,8%: si tratta del valore più alto dall’avvio delle serie storiche, nel 1977
Tasso di disoccupazione in discesa, anche per i giovani. Che si spiega però anche con il lieve aumento degli inattivi. E 23mila occupati in più, dopo la battuta d’arresto di maggio, grazie a un aumento dei soli dipendenti a termine. Il cui numero raggiunge quota 2,69 milioni, toccando il valore più alto dal 1992. A dimostrazione del fatto che, finiti gli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato, il Jobs Act da solo non favorisce affatto la creazione di posti stabili. Sono i dati Istat sull’andamento del mercato del lavoro a giugno.
La crescita degli occupati è “interamente dovuta alla componente femminile“, mentre per gli uomini l’occupazione registra un lieve calo. Il tasso di occupazione delle donne ha raggiunto il 48,8%: si tratta del valore più alto dall’avvio delle serie storiche, nel 1977. Nella fascia 15-24 anni il tasso dei senza lavoro è sceso al 35,4%, l’1,1% in meno rispetto a maggio. Il tasso di disoccupazione generale si attesta all’11,1%, 0,2 punti in meno su maggio. Dopo l’incremento rilevato il mese precedente, a giugno la stima delle persone in cerca di occupazione cala del 2% (-57mila), tornando su un livello vicino a quello di aprile, spiega l’istituto. La diminuzione della disoccupazione interessa uomini e donne ed è distribuita tra tutte le classi di età ad eccezione, stavolta, degli ultracinquantenni.
Nel trimestre aprile-giugno alla crescita degli occupati si accompagna un significativo calo dei disoccupati: -115 mila (-3,9%). Gli inattivi aumentano dello 0,4%, pari a 50mila unità. Su base annua si conferma l’aumento del numero di occupati (+147mila). La crescita, è determinata principalmente dalle donne e riguarda i lavoratori dipendenti (+367mila, di cui 265mila a termine e 103mila permanenti), mentre calano gli indipendenti (-220mila). A crescere sono gli occupati ultracinquantenni (+335mila) a fronte di un calo nelle altre classi di età (-188mila). Nello stesso periodo diminuiscono di 169mila unità i disoccupati (-5,6%) e di 80mila gli inattivi (-0,6%). Al netto dell’effetto della componente demografica, su base annua cresce l’incidenza degli occupati sulla popolazione tra gli ultratrentacinquenni mentre cala nella fascia i 15 e i 34 anni.