Gli ex consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna, guidati dall’ex Ds Ferruccio Giovanelli, si ribellano alla legge che taglia i vitalizi varata a maggio dalla Regione. Una parte degli ex inquilini dell’Assemblea legislativa ha deciso di impugnare il provvedimento – che ha anticipato il ddl Richetti approvato dalla Camera il 26 luglio e in attesa dell’ok del Senato – davanti al Tar, ha già raccolto circa 50 firme per il ricorso e minaccia di ricorrere anche al tribunale ordinario.

La riforma si fonda su tre cardini: introduce un prelievo triennale (contributo di solidarietà) sui vitalizi; innalza l’età pensionabile a 67 anni (prima era a 60) e, infine, impone il divieto di cumulo dei vitalizi regionali con quelli erogati dal Parlamento. “Riteniamo la nuova legge illegittima in alcune parti e sbagliata in particolare su due punti – spiega Giovanelli che guida l’associazione degli ex consiglieri – l’innalzamento a 67 anni dell’età pensionabile, nonostante per i vitalizi dei parlamentari e nelle altre regioni l’età sia stata fissata a 65 anni; e l’incompatibilità del doppio vitalizio, l’unica altra regione che l’ha introdotto è la Toscana e c’è già stata un’udienza del giudice del Tar che ha rinviato il ricorso alla Corte Costituzionale per l’esame di incostituzionalità”.

“Se uno ha fatto due legislature in Regione e una in Parlamento – spiega Giovanelli – con la legge regionale perde il vitalizio più consistente, quello della Regione perché non può rinunciare per legge a quello del Parlamento. Ci sono 19 casi di questo tipo”. “Visto che la Regione Emilia-Romagna eroga un massimo di 4.900 euro mensili a chi ha fatto tre legislature – prosegue – noi avevamo proposto di stabilire questo tetto sommando i due vitalizi: non si capisce perché chi ha fatto tre mandati in un unica istituzione deve prendere di più di chi li ha fatti in istituzioni diverse”.

Tra i firmatari del ricorso, c’è l’ex governatore Antonio La Forgia; Felicia Bottino, Lamberto Cotti e Alberto Ronchi. C’è il partigiano Giannetto Magnanini – eletto nel 1970, oggi 93 anni – , l’ex assessore Duccio Campagnoli e Alfredo Bertelli, braccio destro di Vasco Errani. E fanno capolino anche partiti di cui quasi si era persa la memoria come il Pri con Stelio De Carolis, il Psdi con Dario Lodi o l’Msi di Alessandro Mazzanti. Gli ex governatori Errani e Pierluigi Bersani invece non hanno firmato il ricorso. I vitalizi, in Emilia-Romagna, sono stati aboliti a partire dall’attuale legislatura. Attualmente sono 169 gli ex consiglieri e assessori che ricevono l’assegno e ogni anno, per pagare i loro vitalizi, la Regione spende circa 5 milioni di euro.

Giovanelli, con la legge regionale, perderà 50 euro mensili su un vitalizio di 1.200, ottenuto dopo una legislatura da consigliere regionale, versando 75.000 euro di contributi. “Ma altri – spiega – perdono anche 300 euro”. “Se vinceremo il ricorso – aggiunge – i soldi li daremo in beneficenza, non vogliamo porre il tema solo sulle risorse, è una questione di principio; poi capisco che la politica debba fare dei sacrifici ma, se si applica il sistema contributivo come prevede la legge Richetti, è giusto che uno prenda un vitalizio proporzionato a quanto ha versato”.

Giovanelli fa l’esempio “della vedova di un ex consigliere regionale che è stato anche parlamentare per tre anni e prendeva 1800 euro di vitalizio”. Con l’incompatibilità prevista dalla legge regionale “perde 1.000 euro, ha sempre vissuto con la pensione di reversibilità del marito e ora si trova dimezzato il suo reddito. Siamo di fronte a un provvedimento che rischia di non colpire i privilegi veri”.

Ma Giovanelli è contrario anche al ddl Richetti: “Non è vero che oggi i parlamentari sono trattati in modo diverso dai cittadini, quelli in carica hanno la pensione calcolata con il sistema contributivo come tutti. Perché, a questo punto, non si dovrebbe fare la revisione retroattiva delle pensioni anche per i giudici o i dirigenti di enti pubblici o i baby pensionati? La Corte Costituzionale dirà che o si applica a tutti o a nessuno, perché tutti devono essere trattati in modo uguale davanti alla legge. Quindi non solo ai 2.600 vitalizi dei parlamentari, ma anche ai 10 milioni di pensioni pagate col retributivo. Chi ha fatto proposta la legge e l’ha votata è stato spinto dal principio che i politici debbano dare l’esempio, ma non ha valutato attentamente i rischi non tanto per i parlamentari ma per i pensionati veri di questo Paese”. “Se la legge Richetti sarà approvata dal Senato – conclude – in ogni caso l’Emilia-Romagna dovrà adeguarsi e revocare quella che ha fatto”.

La consigliera del Pd Manuela Rontini, relatrice della riforma, difende invece senza esitazioni la legge: “La nostra è una legge di buon senso che prosegue nel solco della tradizione di sobrietà che da sempre ha caratterizzato la Regione Emilia-Romagna. Prima abbiamo ridotto le indennità dei consiglieri, eliminato il Tfr e azzerato le spese dei gruppi consiliari. Dopo aver agito su di noi abbiamo chiesto anche a chi prima di noi ha servito l’Assemblea legislativa un contributo per la credibilità e l’autorevolezza della politica”.

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