Un video sta facendo il giro del web cinese: due bambini di appena 14 anni combattono dentro una gabbia di ferro armati di guantoni. Intorno a loro una folla di scommettitori incoraggia animatamente il proprio “campione” alla vittoria. È uno spezzone tratto da un recente documentario dedicato all’Enbo Fight Club di Chengdu (provincia del Sichuan), struttura che fornisce un militaresco training nell’MMA (Mixed Martial Arts), fondata nel 1995 da un ex funzionario della polizia di etnia tibetana. Nel 2001, con l’istituzione della Enbo Charity il club ha avviato un programma di accoglienza per gli orfani e i bambini poveri – molti originari dell’arretrata prefettura autonoma di Liangshan – con l’obiettivo di sottrarli alla criminalità. Da allora, l’Enbo Fight Club ha addestrato al combattimento circa 400 orfani, di cui 150 ancora presenti presso la struttura, dotata di un dormitorio da 40 camere con tv e aria condizionata. Per molti la vita al “Fight Club” di Chengdu è meno dura che a casa.
I due giovanissimi atleti, Xiao Long e Xiao Wu, sognano di vincere l’Ultimate Fighting Championship di Las Vegas (la più importante organizzazione nel campo delle MMA a livello globale) e a tornare indietro non ci pensano nemmeno. “Qui c’è tutto: cibo, vestiti e un posto dove vivere. Il cibo è molto meglio che a casa. Ci danno manzo e uova, qui, mentre a casa mangerei solo patate e sarei costretto a trovarmi un lavoro di fatica”, racconta alle telecamere del Youtube cinese Pear Video il piccolo Wu, che tre anni fa è stato spedito presso l’insolito ricovero dalla nonna alla morte di entrambi i genitori. Ma “talvolta l’allenamento è talmente faticoso che mi verrebbe voglia di non praticare mai più”, aggiunge. Sullo sfondo scorrono immagini forti: bambini colpiscono il sacco madidi di sudore, esercitano il combattimento corpo a corpo con il naso sporco di sangue. Quando picchiano troppo duro una voce fuori campo li invita alla cautela.
Capita che qualcuno decida di andarsene a causa dell’insopportabile stanchezza, spiega il personale di Enbo. A chi resiste, tuttavia, si aprono ghiotte possibilità di carriera. Gli alunni migliori si sono affermati nelle competizioni a livello nazionale e alcuni hanno anche trovato un impiego come bodyguard. Una spiegazione che non è bastata a tenere lontano i riflettori di media e autorità. Come confermato al Beijing Youth Daily dall’amministratore del club Zhu Guanghui, la polizia sta già investigando sul caso. Due sono i punti più controversi: la gestione da parte della struttura degli incassi delle scommesse (“quando [i bambini] hanno bisogno di soldi, glieli diamo”, sostiene il coach Wang Zhou) e la procedura di adozione.
Stando a quanto affermato nel documentario dal boss Enbo, i piccoli vengono mandati al “Fight Club” con “documentazione formale” e il beneplacito dell’Ufficio per gli Affari Civili, mentre quelli ritenuti non idonei al training finiscono per essere riconsegnati alle cure dello Stato. Eppure, come fa notare il tabloid Global Times, non solo la legge cinese sulla protezione dei minori concede all’adottante la possibilità di adottare un solo bambino. Secondo la Legge sulla Pubblica Sicurezza, “organizzare o costringere persone che non hanno raggiunto l’età di 16 anni, o che sono disabili, a eseguire performance terrificanti o disumane, o attirare tali persone a fornire questo tipo di prestazioni” è illegale. Le indagini stanno, inoltre, verificando possibili infrazioni della legge sull’istruzione obbligatoria. “Gli orfani possono permettersi di andare a scuola, perché sono esclusi dal pagamento delle tasse e godono anche di un’indennità“, ha dichiarato Lin Shucheng, segretario del Partito di Liangshan.
Negli ultimi anni, la condizione degli orfani e dei “left-behind children” – sono 61 milioni i “bambini lasciati indietro” dai genitori immigrati in altre parti del paese in cerca di lavoro – ha ripetutamente conquistato l’attenzione dell’opinione pubblica cinese. Il video, pubblicato il 21 luglio, nel giro di pochi giorni ha ricevuto più di 12 milioni di visualizzazioni sul popolare sito Miaopai, mentre in migliaia hanno commentato la storia sulla piattaforma di microblogging Sina Weibo, esprimendo opinioni contrastanti. “Imparare a combattere fin da giovani offre loro una prospettiva per il futuro. Non credo ci sia nulla di male”, scrive un internauta conquistandosi oltre 2000 like. “[Questi bambini] dovrebbero essere a scuola, invece sono già entrati nel mondo del profitto” controbatte un altro, secondo cui “la regola della sopravvivenza insegna loro che chi vince prende tutto. È una cosa deplorevole. Dove sono le autorità in tutto questo?!”
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Cina, orfani adottati per combattere e guadagnare dalle scommesse: la storia in chiaroscuro dell’Enbo Fight Club
Li tolgono dalla strada e da una vita da manovali della criminalità, offrono loro cibo e un letto dove dormire. E poi organizzano le scommesse sui loro incontri: i più forti diventano campioni di fama internazionale, chi ha meno talento finisce a fare il buttafuori. Nel mezzo allenamenti estenuanti, indagini sulle procedure di adozioni e sul sistema di betting e il ruolo degli uffici pubblici statali
Un video sta facendo il giro del web cinese: due bambini di appena 14 anni combattono dentro una gabbia di ferro armati di guantoni. Intorno a loro una folla di scommettitori incoraggia animatamente il proprio “campione” alla vittoria. È uno spezzone tratto da un recente documentario dedicato all’Enbo Fight Club di Chengdu (provincia del Sichuan), struttura che fornisce un militaresco training nell’MMA (Mixed Martial Arts), fondata nel 1995 da un ex funzionario della polizia di etnia tibetana. Nel 2001, con l’istituzione della Enbo Charity il club ha avviato un programma di accoglienza per gli orfani e i bambini poveri – molti originari dell’arretrata prefettura autonoma di Liangshan – con l’obiettivo di sottrarli alla criminalità. Da allora, l’Enbo Fight Club ha addestrato al combattimento circa 400 orfani, di cui 150 ancora presenti presso la struttura, dotata di un dormitorio da 40 camere con tv e aria condizionata. Per molti la vita al “Fight Club” di Chengdu è meno dura che a casa.
I due giovanissimi atleti, Xiao Long e Xiao Wu, sognano di vincere l’Ultimate Fighting Championship di Las Vegas (la più importante organizzazione nel campo delle MMA a livello globale) e a tornare indietro non ci pensano nemmeno. “Qui c’è tutto: cibo, vestiti e un posto dove vivere. Il cibo è molto meglio che a casa. Ci danno manzo e uova, qui, mentre a casa mangerei solo patate e sarei costretto a trovarmi un lavoro di fatica”, racconta alle telecamere del Youtube cinese Pear Video il piccolo Wu, che tre anni fa è stato spedito presso l’insolito ricovero dalla nonna alla morte di entrambi i genitori. Ma “talvolta l’allenamento è talmente faticoso che mi verrebbe voglia di non praticare mai più”, aggiunge. Sullo sfondo scorrono immagini forti: bambini colpiscono il sacco madidi di sudore, esercitano il combattimento corpo a corpo con il naso sporco di sangue. Quando picchiano troppo duro una voce fuori campo li invita alla cautela.
Capita che qualcuno decida di andarsene a causa dell’insopportabile stanchezza, spiega il personale di Enbo. A chi resiste, tuttavia, si aprono ghiotte possibilità di carriera. Gli alunni migliori si sono affermati nelle competizioni a livello nazionale e alcuni hanno anche trovato un impiego come bodyguard. Una spiegazione che non è bastata a tenere lontano i riflettori di media e autorità. Come confermato al Beijing Youth Daily dall’amministratore del club Zhu Guanghui, la polizia sta già investigando sul caso. Due sono i punti più controversi: la gestione da parte della struttura degli incassi delle scommesse (“quando [i bambini] hanno bisogno di soldi, glieli diamo”, sostiene il coach Wang Zhou) e la procedura di adozione.
Stando a quanto affermato nel documentario dal boss Enbo, i piccoli vengono mandati al “Fight Club” con “documentazione formale” e il beneplacito dell’Ufficio per gli Affari Civili, mentre quelli ritenuti non idonei al training finiscono per essere riconsegnati alle cure dello Stato. Eppure, come fa notare il tabloid Global Times, non solo la legge cinese sulla protezione dei minori concede all’adottante la possibilità di adottare un solo bambino. Secondo la Legge sulla Pubblica Sicurezza, “organizzare o costringere persone che non hanno raggiunto l’età di 16 anni, o che sono disabili, a eseguire performance terrificanti o disumane, o attirare tali persone a fornire questo tipo di prestazioni” è illegale. Le indagini stanno, inoltre, verificando possibili infrazioni della legge sull’istruzione obbligatoria. “Gli orfani possono permettersi di andare a scuola, perché sono esclusi dal pagamento delle tasse e godono anche di un’indennità“, ha dichiarato Lin Shucheng, segretario del Partito di Liangshan.
Negli ultimi anni, la condizione degli orfani e dei “left-behind children” – sono 61 milioni i “bambini lasciati indietro” dai genitori immigrati in altre parti del paese in cerca di lavoro – ha ripetutamente conquistato l’attenzione dell’opinione pubblica cinese. Il video, pubblicato il 21 luglio, nel giro di pochi giorni ha ricevuto più di 12 milioni di visualizzazioni sul popolare sito Miaopai, mentre in migliaia hanno commentato la storia sulla piattaforma di microblogging Sina Weibo, esprimendo opinioni contrastanti. “Imparare a combattere fin da giovani offre loro una prospettiva per il futuro. Non credo ci sia nulla di male”, scrive un internauta conquistandosi oltre 2000 like. “[Questi bambini] dovrebbero essere a scuola, invece sono già entrati nel mondo del profitto” controbatte un altro, secondo cui “la regola della sopravvivenza insegna loro che chi vince prende tutto. È una cosa deplorevole. Dove sono le autorità in tutto questo?!”
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.