Ci siamo ormai abituati. È una storia la cui durata è pari solo allo squallore. Un copione che, a ben vedere, si ripete sempre uguale a se stesso. È la triste storia di come, a maggior ragione dopo il 1989, la monarchia del dollaro – il nuovo Leviatano atlantico – delegittima, destabilizza, diffama, rovescia e financo bombarda tutti i governi e i popoli non allineati cadavericamente con il Washington consensus e con il nuovo ordine mondiale ultraclassista.

Per farlo, ricorre ai soft power delle rivoluzioni colorate o agli hard power dell’imperialismo etico propriamente detto (bombe umanitarie, missili democratici, granate intelligenti, mine pacifiche, ecc.). Per farlo, ancora, addomestica le opinioni pubbliche grazie alla solerte opera del clero giornalistico, la cui “special mission” simbolica è la sempiterna glorificazione della special mission neocolonialistica della talassocrazia a stelle e strisce. Di modo che le masse manipolate siano sempre pronte a giubilare al cospetto di colpi di Stato, stragi umanitarie, bombardamenti spietati: grazie alla mediatizzazione del reale e alla “logotomizzazione” delle masse defraudate del logos come capacità del libero intendere raziocinante, questi crimini vengono salutati con gioia e come criminali sono ostracizzati quanti resistono. Gli oppressori sono amati, e avversati sono gli oppressi.

Quel che sta accadendo nel Venezuela di Maduro, uno degli eroici Stati a socialismo patriottico che costellano l’America Latina, dalla Cuba del defunto Fidel alla Bolivia dell’eroico Morales. La monarchia del dollaro ha inscenato la sua patetica commedia volta a delegittimare il Venezuela per poterlo poi aggredire manu militari. La stagione del chavismo può anche essere letta in questa chiave: un governo socialista sottoposto al vile e sempre reiterato tentativo di destabilizzazione ad opera della potenza del dollaro.

L’Italia, da colonia dell’Impero, si è come sempre, con impeto di servile appoggio, messa al servizio della causa statunitense: “In Venezuela c’è una situazione al limite della guerra civile e di un regime dittatoriale. Una realtà che non riconosceremo: non riconosceremo l’assemblea costituente voluta da Maduro”. Parola di Paolo Gentiloni (31.7.2017). In nome di un pluriverso multipolare, resistente alle bieche logiche del mondialismo a stelle e strisce, è bene appoggiare gli Stati che resistono e che mantengono vivo il senso della resistenza e della lotta contro i crimini dell’imperialismo made in Usa. Con le parole di Che Guevara: “Patria o muerte”.

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