Il coro mediatico perfettamente intonato nel cantare il testo scritto dalle élite economico finanziare, da mesi ci racconta del desiderio di libertà del popolo venezuelano ostaggio del feroce dittatore Nicolas Maduro. Chi scrive non è un sostenitore del presidente venezuelano, ma la voluta disinformazione su ciò che sta accadendo è raccapricciante se si ha la consapevolezza che i disordini e la crisi economica sono una pianificata volontà.
Eppure, ai tanti giornalisti, intellettuali e opinionisti basterebbe rileggere in maniera critica la storia recente dell’America del Sud per comprendere che quello in Venezuela è soltanto l’ultimo golpe finanziato e sponsorizzato dalla Cia. Non c’è bisogno di credere alle affermazioni di Maduro secondo cui la Cia, diretta da Mike Pompeo, “lavora in collaborazione diretta con il governo messicano e con il governo colombiano per rovesciare il governo del Venezuela”.
Lo schema eseguito per colpire chi si permette di rigettare il pensiero unico è sempre lo stesso: tentativi di corruzione, boicottaggi economici e finanziari, embarghi, finanziamento di oppositori politici, controllo dei mass media locali, militarizzazione di gruppi radicali. Restando in Sud America ecco solo alcuni esempi:
Guatemala 1953 – un colpo di stato ordito dalla Cia portò al tracollo del governo di Guzman democraticamente eletto; la sua colpa era quella aver espropriato terre incolte appartenenti alla United Fruit Company, una potente multinazionale agroalimentare Usa.
Cuba – per 50 anni è stata vessata in tutti i modi, se Castro è potuto morire a 90 anni nel suo letto è per via dell’accordo tra Kennedy e Kruscev nell’ottobre del 1962. I russi avrebbero smantellato i missili da Cuba a patto che non ci sarebbero più stati tentativi Usa di invadere l’isola.
Cile 11 settembre 1973 – un colpo di Stato voluto da Nixon e Kissinger e diretto dalla Cia portò alla morte di Salvador Allende un uomo perbene e dalla parte del popolo; persino la rivista Times definì questo colpo di Stato “ispirato dalla Cia”.
Nicaragua – già pochi mesi dopo l’elezione di Reagan del 1980, iniziò il finanziamento e l’addestramento delle squadre armate controrivoluzionarie (i Contras), ma nel 1983 la camera dei Rappresentanti vietò loro l’appoggio. La Cia aggirò il veto usando i proventi delle vendite di armi all’Iran per finanziarli in maniera illegale. I Contras si resero colpevoli di veri e propri attacchi terroristici e il governo nicaraguense denunciò gli Usa alla Corte dell’Aia e il tribunale riconobbe le colpe americane. Nel 1986, la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia, che è il più importante organo giudicante mondiale, sentenziò che gli Stati Uniti d’America erano ritenuti colpevoli di uso illegale della forza ai danni del Nicaragua, cioè di terrorismo. Nessun altro Paese al mondo è stato condannato per terrorismo, ma gli Usa non accettarono la decisione e non indennizzarono il Nicaragua.
I casi che si potrebbero citare sono una miriade, il Venezuela già nel 2002 fu oggetto di un tentativo di colpo di stato ordito dalla Cia, l’obiettivo era rovesciare Hugo Chávez; ma le immediate manifestazioni popolari a favore del presidente bloccarono tale intento. Persino Paul Ritcher sul Los Angeles Times del 17 aprile 2002 scrisse: “Funzionari dell’amministrazione Bush hanno ammesso martedì di aver discusso per mesi con leader civili e militari del Venezuela la destituzione del presidente venezuelano Hugo Chávez”.
Il Venezuela possiede tra le più grandi riserve petrolifere del pianeta. Riserve che si trovano geograficamente molto vicino agli Usa. L’impero a stelle e strisce, proprio come accadrà all’Iran, non permetterà mai che tale patrimoni energetici siano svincolati dal controllo delle loro potenti multinazionali e da quell’intreccio di interessi che provoca guerre dirette o per procura che stanno destabilizzando l’intero pianeta. Il Venezuela non avrà mai pace finché non ci sarà un governo fantoccio sostenuto dalle élite locali che renderà il Paese l’ennesima provincia dell’impero Usa. Per questo motivo occorre stare al fianco del popolo venezuelano e rompere il muro della disinformazione.