I dati del Viminale indicano che per la prima volta si regista il segno meno negli arrivi dal 1 gennaio al 2 agosto: 95.215 ad oggi contro i 97.892 del 2016. Come si spiega questa diminuzione? Una prima spiegazione concerne il ruolo della Guardia costiera libica, che in base al piano votato dal Parlamento sarà affiancata dalla Marina italiana. Amnesty: "Significherà destinarle i profughi ai centri di detenzione dove rischieranno torture e stupri"
Undicimila arrivi a luglio, contro i 23mila dello stesso mese del 2017. Con gli sbarchi che tra gennaio e luglio sono diminuiti di quasi il 3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’ondata migratoria proveniente dal Nord Africa sembra mostrare i primi segni di rallentamento. I dati del Viminale indicano che per la prima volta quest’anno si regista il segno meno negli sbarchi di migranti in Italia dal 1 gennaio al 2 agosto: 95.215 ad oggi contro i 97.892 del 2016 (-2,7%). Le cifre diramate dal ministero dell’Interno indicano che è luglio il mese in cui si registrata la frenata: a luglio 2016 si contarono 23.552 migranti sbarcati contro gli 11.193 dello stesso mese di quest’anno, meno della metà.
La domanda: perché il flusso è diminuito? Una prima spiegazione logica concerne il ruolo della Guardia costiera libica: è probabile che le milizie che vi sono confluite – addestrate, equipaggiate e finanziate dal’Italia – e rispondono alle autorità di Tripoli abbiano cominciato a fermare le barche cariche di migranti partite dalle coste in prossimità della capitale e le abbiano portate a terra. Ma dove sono state portate queste persone, che prima di prendere il mare vengono sistematicamente torturate e sottoposte a vessazioni di ogni tipo da parte dei trafficanti? Una domanda valida anche e soprattutto perché a giorni partirà la missione navale approntata dai ministeri di Esteri e Difesa e approvata dal Parlamento, che prevede che uomini e mezzi oggi impegnati nella missione Mare Sicuro debbano affiancare la Guardia Costiera di Tripoli in acque territoriali libiche nell’azione di contrasto ai trafficanti di uomini. Dove verranno portati i migranti fermati in mare dai libici con l’aiuto della Marina Italiana?
Le convenzioni internazionali prevedono che i potenziali richiedenti asilo debbano essere portati in luoghi sicuri in cui vengano rispettati i loro diritti fondamentali. Il territorio libico è dotato di luoghi di questo tipo? Secondo diversi osservatori, no. “E’ altissimo il rischio che nelle prossime settimane i nostri mezzi militari si trovino nelle condizioni di contribuire, anche se indirettamente, al respingimento di uomini, donne e bambini sulle coste libiche, finendo così per consegnarli nuovamente nelle mani dei loro persecutori – spiega il senatore Pd Luigi Manconi – finché in Libia non saranno ripristinate le condizioni di sicurezza minime per permettere a un governo legittimo di avere il controllo del territorio e alle organizzazioni internazionali la possibilità di assicurare condizioni di vita umane e dignitose ai profughi, qualsiasi strategia rischia di mettere a repentaglio i fondamenti del diritto internazionale“.
“Facilitare l’intercettamento e il ritorno in Libia di migranti e rifugiati significherà destinarli ai centri di detenzione del Paese – afferma la vicedirettrice di Amnesty International per l’Europa Gauri Van Gulik – dove quasi certamente saranno esposti al rischio di subire torture, stupri e anche di essere uccisi. Il voto di oggi potrebbe rendere le autorità italiane complici di quest’orrore”.