Il Comune ha deciso la sospensione - forse definitiva - delle attività della struttura. La ragazza sfregiata dall'acido scrive su Facebook: "Ho di nuovo perso tutto"
Il Delfinario di Rimini è stato ammodernato con permessi scaduti, quindi i lavori sono abusivi. Il Comune della città romagnola ha così deciso di chiudere – forse definitivamente – la struttura dove lavorava Gessica Notaro, la ragazza sfregiata dall’acido. Al centro i permessi che il Demanio potrebbe non rinnovare perché per il Comune, scrive il Corriere della Sera, “è una struttura abusiva che non ha i requisiti tecnici e ambientali per restare aperto”. E l’assessore alle attività economiche di Rimini Jamil Sadegholvaad ha spiegato, prosegue il Corriere, che “si tratta di una conclusione obbligata di una vicenda vecchia di anni e che ha subito una netta accelerazione pochi anni fa con l’intervento e i sequestri disposti dalla magistratura”.
Negli ultimi anni i guai del delfinario di Rimini hanno riguardato non solo lavori e permessi, ma anche i sospetti di maltrattamenti nei confronti dei 4 delfini ospitati dalla struttura – dove successivamente sono rimasti soltanto i leoni marini coi quali lavorava Notaro – che erano poi stati trasferiti all’acquario di Genova. E il ricorso fatto dai gestori nel 2015 è stato respinto. Una vicenda dopo la quale la struttura aveva temporaneamente chiuso, per poi sospendere nuovamente l’attività dopo che il ministero aveva negato la concessione di licenza di giardino zoologico. E l’ultima indagine su permessi non autorizzati risale al 2016.
Sadegholvaad invita a non confondere la vicenda della chiusura con quella dei sette dipendenti che hanno perso il lavoro e tra i quali c’è anche Gessica Notaro. Che su Facebook scrive: “E come se non bastasse eccomi qua. A dover dire addio ai miei piccoli per colpa della burocrazia e per colpa di chi vi sta al vertice, che probabilmente prendendo la decisione di fare chiudere per sempre l’Acquario di Rimini non ha considerato il fatto che dietro a questa struttura c’e’ un’ anima, un cuore. Ed il cuore e la passione che io e miei colleghi ci abbiamo messo tutti i giorni nel prenderci cura di questi animali é buttata nella spazzatura.. insieme ai sacrifici fatti fin’ora e al legame instaurato con i nostri cuccioli. Buddy e Morgan erano la mia forza, il mio nuovo inizio. Ed ora perdendo loro ho perso tutto. Di nuovo”.