“Ho vissuto la morte di quelle persone come un’ingiustizia anche nei miei confronti”. Così, a 37 anni dalla strage della stazione di Bologna, Agide Melloni, ex autista del tristemente celebre bus della linea 37, ricorda il 2 agosto 1980, quando un normale autobus di linea si trasformò per ventiquattr’ore in un carro funebre, facendo la spola tra piazzale Medaglie D’Oro e la camera mortuaria di via Irnerio. “Quel giorno decidemmo d’impeto di lasciare le ambulanze ai feriti e utilizzare qualcos’altro per chi non era più in vita”, racconta Melloni, che è anche uno dei protagonisti di “Cantiere 2 agosto”, il progetto di narrazione popolare per ricordare le 85 vittime dell’attentato promosso dalla Regione Emilia-Romagna.

Articolo Precedente

Violenza e abusi sessuali durante riti religiosi su minorenni, arrestate quattro persone

next
Articolo Successivo

Strage di Bologna, verità e giustizia non vanno in prescrizione

next