Il tribunale di Bergamo ha fissato per il prossimo 10 novembre l’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio, formulata dalla Procura di Bergamo, nei confronti di 30 persone fisiche e della stessa banca per la responsabilità amministrativa degli enti.
Tra gli imputati per ostacolo all’attività di vigilanza e illecita influenza sull’assemblea figurano, tra gli altri, il presidente emerito di Intesa, Giovanni Bazoli, il ceo di Ubi, Victor Massiah, il presidente del cds, Andrea Moltrasio e l’ex presidente di Bpu e del cdg di Ubi, Emilio Zanetti. Per l’accusa gli indagati si sarebbero spartiti le cariche di vertice della banca, gestita attraverso un patto occulto, e avrebbero condizionato l’esito dell’assemblea del 2013 attraverso la raccolta di deleghe in bianco o irregolari.
Nella richiesta di rinvio a giudizio, i pm descrivono il ruolo delle due anime di Ubi: quella bresciana, legata a Banca Lombarda, e quella bergamasca, riferita a Bpu, i due istituti che, fondendosi, dettero vita a Ubi. Secondo l’accusa, in Ubi c’era una “cabina di regia” che decideva le nomine degli organi dell’istituto e delle sue partecipate e che riusciva a influenzare “con atti simulati o fraudolenti” l’orientamento dell’assemblea, utilizzando la rete di Ubi Banca per raccogliere deleghe. Fra gli altri, ne facevano parte Bazoli e la figlia Francesca, in qualità di leader dell’associazione che riunisce i soci storici bresciani (la Ablp), e Zanetti, alla guida dell’associazione fra i soci storici bergamaschi (Amici di Ubi Banca).
Secondo la ricostruzione dell’accusa, inoltre, “di fatto” dal 2012 Bazoli “ha continuato a mantenere la presidenza del gruppo bancario Banca Intesa-San Paolo oltre che l’amministrazione e gestione di fatto all’interno del Gruppo Ubi Banca, imprese tra loro in concorrenza, così ostacolando le funzioni di vigilanza attribuite alla Consob, alla Banca d’Italia e anche all’autorità della concorrenza e del mercato”. Fra gli altri indagati figurano il presidente e il vicepresidente del consiglio di sorveglianza, Andrea Moltrasio e Mario Cera, l’ex presidente del comitato di gestione, Franco Polotti, il vicepresidente del Cdg, Flavio Pizzini. Il rinvio a giudizio dei vertici della banca, ha commentato il presidente dell’associazione Azionisti Ubi, Giorgio Jannone, “riconosce in toto le nostre ragioni, dopo anni di encomiabile lavoro della magistratura e della finanza”.
Ubi Banca “ribadisce la correttezza del proprio operato” e “confida” di poterlo dimostrare “in tutte le sedi giudiziarie”, in linea con quanto emerso dalla sentenza della Corte di Appello di Brescia “che ha riconosciuto la correttezza” della banca e dei suoi esponenti “nei rapporti con le autorità di vigilanza e con il mercato”. Solo pochi giorni fa i giudici ha annullato il provvedimento con cui, nel settembre del 2015, la Consob aveva multato, per complessivi 895mila euro, diversi consiglieri ed ex consiglieri di sorveglianza di Ubi Banca, tra cui Bazoli e Moltrasio, accusandoli di aver omesso informazioni sostanziali relative alla composizione del comitato nomine e degli organi sociali di Ubi.