Nessun accordo tra la tv di Rupert Murdoch e i sindacati che hanno rifiutato il percorso deciso dall'azienda all'interno del piano di chiusura della redazione romana. Uilcom: "Ancora una volta dipendenti alla mercé delle volontà dei proprietari"
Il tavolo è fallito: Sky Italia e sindacati non sono usciti dall’impasse sui 102 dipendenti per i quali non è ancora chiara la sorte in seguito alla decisione del network televisivo di traslocare a Milano buona parte dei propri uffici. L’azienda di Rupert Murdoch aveva aperto le procedure di licenziamento per 124 persone lo scorso 16 maggio e – dopo il muro contro muro nella trattativa con i sindacati – era stato convocato un tavolo al ministero del Lavoro.
Mercoledì sera è naufragato anche quello, con uno scambio di accuse e controaccuse sulle cause del mancato accordo. Le persone coinvolte – non ci sono giornalisti, che hanno seguito un trattativa separa chiusa positivamente ad aprile – in questa fase sono quelle che non hanno accettato il primo percorso proposto dall’azienda, che a gennaio ha deciso di trasferire in Lombardia la redazione romana di Sky Tg24: trattative ad personam con i vertici, incentivi maggiori per chi accettava prima.
Oltre cento persone – quasi tutti tecnici e impiegati – hanno detto no, contestando la decisione di chiudere la sede nella Capitale. L’ultimo scontro si è consumato attorno alla richiesta dei sindacati, avanzata dal segretario della Uilcom Pierpaolo Mischi, di inserire la possibilità di un’ulteriore verifica vincolante dopo la firma dell’accordo per tutelare le fasce più deboli, come ad esempio chi usufruisce della legge 104 per motivi familiari: “È l’ennesima sconfitta per il territorio romano, dove si continuano a perdere posti di lavoro – spiega Mischi a ilfattoquotidiano.it – Abbiamo tentato ancora una volta di proteggere le fasce più deboli dei lavoratori, esposte alla mercé della volontà aziendali”.
L’azienda, affermano i sindacati, ha detto no. “Affronteremo con senso di responsabilità nei confronti dei lavoratori anche la fase successiva all’incomprensibile chiusura delle organizzazioni sindacali nel negoziato relativo al proprio piano di trasformazione industriale che ha portato, ieri a tarda sera, alla conclusione con un mancato accordo della procedura”, ha scritto Sky in una nota. Adesso toccherà alla pay-tv fare la prima mossa.