Due pescherecci italiani stati aggrediti in mare da una motovedetta tunisina che avrebbe sparato anche dei colpi di avvertimento, per imporli l’attracco in un porto nord-africano. L’allarme lanciato dall’Aliseo e l’Annamadre, questi i nomi delle due navi appartenenti alla marineria di Mazara del Vallo, attorno alle 18 ha permesso a un elicottero della Marina militare di alzarsi in volo da una nave che si trovava nell’area e dissuadere i tunisini dal loro attacco e invertire la propria rotta.

Il tentativo di fermare i pescherecci, secondo diverse fonti, si inserisce nella “guerra della pesca” che dura 50 anni nelle acque del Mediterraneo. I marinai italiani, però, si sarebbero trovati in acque internazionali nella zona di Zarzis, non distante dal confine con la Libia. Secondo una prima ricostruzione – smentita dalle fonti militari – le imbarcazioni sarebbero state aggredite da un terzo natante e difesi dall’elicottero italiano e dagli agenti tunisini.

Il presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Giovanni Tumbiolo, esprime “indignazione e sgomento per quanto accaduto” sottolineando l’efficace intervento dei mezzi militari per fermare il tentativo di aggressione. “Ancora una volta – ha aggiunto – il mar Mediterraneo, che dovrebbe essere un luogo di pace e di cooperazione, è diventato terreno di scontri. Questo – ha concluso – è un calvario che dura da 50 anni”.

 

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