Daniele D'Angelo, vicepresidente della commissione Bilancio: "La Boldrini vuole demolire le nostre strutture: ciò che è rimasto in piedi sono edifici dell'illustre Adelchi". Cioè un gerarca di Mussolini. Il Pd insorge, la Pezzopane: "Pronta a portare il caso in Parlamento"
“Il fascismo è uno stile di vita, lavoro, fede, umiltà, non è reato… La Boldrina vuole demolire le nostre strutture… Sappi che a questo punto all’Aquila non resta più niente: ciò che è rimasto in piedi sono gli edifici dell’illustre Adelchi”. A scriverlo su facebook è il consigliere comunale dell’Aquila Daniele D’Angelo, vicepresidente della commissione Bilancio, eletto con Benvenuto Presente, la lista civica del sindaco del capoluogo abruzzese Pierluigi Biondi, esponente di Fratelli d’Italia. Così le opposizioni chiedono al sindaco se intende “dare spazio alle provocazioni e ai nostalgismi, nella pericolosa illusione di ridare fiato e spazio a sentimenti e posizioni che la nostra Costituzione mette al bando. L’Aquila non ha bisogno di illegalità e di neofascismi“.
La senatrice aquilana del Pd Stefania Pezzopane non è d’accordo ed è pronta a portare il caso in Parlamento: “L’Aquila è una città democratica, in cui si celebrano i martiri delle stragi del fascismo e del nazismo. Io sono pronta a ogni iniziativa contro questa isterica invasione fascistoide. E spero che tutti a sinistra capiscano la posta in gioco. Dobbiamo, senza se e senza ma, indignarci e pretendere dall’amministrazione comunale ogni distanza da apologie fasciste“.
Il consigliere D’Angelo si difende così: “Giusto per chiarire, se ho scritto Boldrina è perché ho fatto un errore di battitura. Inoltre, sfido chiunque a dimostrare il contrario sul fatto che le strutture costruite a L’Aquila nel corso del Ventennio sono rimaste illese nel terremoto del 2009. La stima che circonda Adelchi Serena è qualcosa che accomuna la maggior parte degli aquilani a prescindere dal credo politico, vista la sua capacità gestionale che diede all’Aquila strutture urbanistiche e sportive ancora oggi utilizzate e aperte al pubblico”. D’Angelo si definisce berlusconiano: “Se qualcuno vuole vedermi a casa, per paura della mia onestà e del mio senso civico, deve sconfiggermi alle urne, e questo vale anche per il sindaco. La nostra città ha bisogno di tanto lavoro, non di chiacchiere da bar… E se mi attaccano è perché sto già avviando l’iter e la ricerca di finanziamenti per un progetto rimasto sulla carta per trent’anni”.