Sono state ritrovate alcune dita e la mano sinistra di Vincenzo Ruggiero, l’attivista gay ucciso il 7 luglio, fatto a pezzi e murato in un garage nel Napoletano. Mentre l’assassino reo confesso, Ciro Guarente, continua a non rispondere agli inquirenti sull’omicidio avvenuto nell’appartamento della compagna Heven Grimaldi, si continua a cercare. Ancora non è stata individuata la testa della vittima. Come riporta Il Messaggero, la mano era stata nascosta in un tombino del garage abusivo di Ponticelli affittato dall’assassino il giorno prima dell’omicidio ed era stata occultata con della calce. Proprio dal quel chiusino proveniva il cattivo odore che aveva indotto gli abitanti della zona a lamentarsi. Intanto continuano gli interrogatori e le ricerche.
Nel momento in cui i Ris di Roma hanno localizzato i resti di Vincenzo Ruggiero, Heven Grimaldi, la trans al centro della gelosia del compagno, è stata sentita per cinque ore dai pm ad Aversa. Il movente è chiaro, l’ex militare ha agito perché sospettava una relazione tra la trans polacca e la vittima. Relazione smentita. Lei aveva solo ospitato Vincenzo Ruggiero per alcuni mesi nell’appartamento di Aversa dove è stato ucciso. Ma sono altri i punti che non tornato agli inquirenti. Uno di questi è il ritrovamento degli asciugamani bagnati in casa al suo rientro da Bari l’8 luglio, giorno successivo alla morte di Vincenzo, che non hanno fatto scattare dubbi nella donna. Anche se poi è stata la stessa Heven Grimaldi a presentare la denuncia il martedì precedente all’arresto di Guarente. La trans ha ammesso di aver avuto dei sospetti sul compagno ma di non essersi confidata con nessuno per venti giorni. Nelle ore successive all’arresto del compagno aveva affidato a Facebook la sua versione dei fatti in due lunghi post.
Nonostante il dipendente civile della Marina Militare in isolamento nel carcere di Santa Maria Capua Vetere si sia blindato nel silenzio, la Procura diretta dal Francesco Greco, anche senza il suo aiuto, è sulla buona strada. “Siamo entrati in una fase più riservata delle indagini” aveva detto nei giorni scorsi il procuratore della Repubblica di Napoli Nord. Sono stati eseguiti i vari sopralluoghi dai carabinieri del Ris alla presenza dei legali difensori dell’indagato principale: nella casa di via Boccaccio ad Aversa, nel deposito giudiziario di autovetture dove si trova l’auto di Guarente sequestrata, e nel box auto del quartiere Ponticelli a Napoli, dove Vincenzo è stato murato.
L’appartamento della trans è sotto sequestro, con gli investigatori alla ricerca di tracce che possano fornire indicazioni utili su come Ruggiero sia stata ucciso. Non ha convinto infatti la versione di Guarente, che ha parlato di una colluttazione durante la quale Ruggiero è caduto sbattendo accidentalmente la testa contro un mobile. Ma soprattutto si cercano indizi che riportino ad eventuali complici dell’omicida. Secondo gli investigatori, data statura minuta dell’ex militare, non sembra possibile che abbia agito da solo. Resta da analizzare il telefono cellulare dell’omicida. Mentre grazie agli accertamenti medico-legali eseguiti dal consulente nominato dalla Procura, Antonio Palmieri i carabinieri stanno ricostruendo la dinamica dell’omicidio. Si aspetta ora una confessione completa e veritiera dell’ex militare.